Okafor? Tirata d’orecchie

Tami spegne Okafor: «Non era il momento»
«Non è necessario qualificarsi già sabato».
Tami spegne Okafor: «Non era il momento»
«Non è necessario qualificarsi già sabato».
LOSANNA - La Svezia e il Kosovo, ultimi ostacoli da affrontare sulla strada verso il Mondiale, ma anche Noah Okafor, che ha di recente espresso tutto il suo malumore per non aver più contatti con la Nazionale. Lui che dopo le polemiche con Yakin e un passaggio non proprio memorabile al Milan e al Napoli, sta rilanciandosi al Leeds.
E proprio dall’attaccante 25enne ha cominciato a raccontare Pier Tami, Direttore Squadre nazionali maschili.
«Noah avrebbe potuto prendere il telefono e chiamare Yakin in qualsiasi momento - ha spiegato il dirigente ticinese in conferenza stampa - La sua scelta di parlare ora non è stata buona, non era il momento. Le porte della Nazionale sono aperte per tutti, ma ognuno deve capire e accettare il proprio ruolo. Murat Yakin non può certo fare esperimenti adesso. Ciò non significa che Noah non sarà chiamato in futuro, le sue qualità possono infatti di certo essere sfruttate. Da parte sua non ci aspettiamo delle scuse, non ne abbiamo bisogno. In questo momento non ci pensiamo: conta solo la squadra. Dopo queste due partite farò sicuramente qualcosa, ma adesso la testa è al campo. Non voglio che questa situazione diventi un argomento di conversazione all'interno della squadra. Se un giocatore ha un problema, deve parlarne. Non può semplicemente aspettare e sperare che qualcuno lo contatti. Da lui, comunque, mi aspetto pazienza e umiltà».
Il presente della Svizzera si chiama Svezia. E si chiama Kosovo. «Non è necessario qualificarsi già sabato, entrambe le partite sono importanti, determinanti. Quel che conta è riuscire a qualificarsi. Per rendere il nostro calcio più attraente e anche per una questione economica. Prendere parte alle grandi manifestazioni genera entrate aggiuntive, fondamentali per l’ASF».








