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FCL«Ogni finale è diversa: ti svegli alla mattina e sai di dover dare tutto»

29.05.24 - 19:25
Milton Valenzuela lancia la sfida del Wankdorf col Servette: «I tifosi ci daranno forza e una grande spinta, come col San Gallo nel 2022»
TiPress/archivio
«Ogni finale è diversa: ti svegli alla mattina e sai di dover dare tutto»
Milton Valenzuela lancia la sfida del Wankdorf col Servette: «I tifosi ci daranno forza e una grande spinta, come col San Gallo nel 2022»
«Loro hanno qualità e sono forti fisicamente, ma siamo consapevoli dei nostri mezzi. Negli ultimi 5 mesi abbiamo dimostrato tutto il nostro valore».
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LUGANO - Cresce l’attesa in casa Lugano, con giocatori, staff e tifosi che hanno ormai iniziato il conto alla rovescia in vista della finalissima di Coppa Svizzera. L’appuntamento è fissato per domenica al Wankdorf, dove i bianconeri del Crus - alla terza finale in tre anni - affronteranno il Servette di René Weiler (calcio d’inizio alle 14.00).

Nel 2022 i ticinesi hanno sollevato il trofeo piegando il San Gallo (4-1), mentre lo scorso anno l’epilogo ha sorriso all’YB (3-2). Tra i protagonisti di quelle due finali c’era già Milton Valenzuela, che alla stampa ha parlato del match di domenica e di come la squadra si sta preparando al duello.

«Quella che precede una finale è sempre una settimana un po’ differente; siamo carichi e abbiamo tanta voglia di vincere - ha spiegato il 25enne argentino - Con l’avvicinarsi del match sentiremo sempre di più la partita e un po’ di sano nervosismo: fattori adrenalinici che dovremo gestire nel modo giusto».

Difficile fare previsioni e indicare un favorito, con le due contendenti che hanno sgomitato anche in campionato e sono state divise infine da un solo punticino (Lugano secondo a quota 65, ginevrini terzi con 64). I bianconeri, dalla loro parte, avranno un po’ più d’esperienza essendo diventati quasi degli “habitué”.
«Ogni finale però è diversa - sottolinea Valenzuela - Con San Gallo e Young Boys non eravamo favoriti, eppure una l’abbiamo vinta. La finale resta una partita secca che verrà decisa dai dettagli. Ci si sveglia alla mattina e si sa di dover dare tutto. Il Servette è una squadra forte che ha fatto un grande cammino anche in Europa. Ne siamo consapevoli e sappiamo di dover spingere. Io in primis che sulla fascia potrei dovermela vedere con un giocatore forte come Stevanovic». 

Il Lugano, certo del secondo posto, ha finito il campionato con due sconfitte. L'ultima proprio contro il Servette (0-2), avversario mai battuto in stagione (raccolto 1 punto in 4 partite). Sono fattori che potranno pesare?
«È sempre meglio arrivare da una serie positiva, ma se guardiamo il nostro cammino negli ultimi 5 mesi sappiamo di essere una squadra forte e in forma. Arriviamo al match con fiducia e consapevoli dei nostri mezzi».

Nella prima fetta di stagione Valenzuela è stato condizionato da un lungo stop per infortunio. Sollevare il trofeo sarebbe un finale da favola.
«Da inizio stagione lo abbiamo messo nel mirino come obiettivo molto importante. A livello personale mi è dispiaciuto saltare tante partite, ma da quando sono rientrato ho ripreso il ritmo giusto e sono contento di come ho giocato. Dal giorno del mio arrivo, nel febbraio 2022, ho sempre cercato di adattarmi e dare il massimo per aiutare la squadra. Sono un ragazzo molto competitivo che punta sempre alla vittoria. Mi piace aiutare i compagni e il gruppo per arrivare al successo».

Il Servette targato Weiler è una squadra piuttosto imprevedibile.
«Hanno qualità e sono forti fisicamente. A livello di gioco è una delle squadre che mi piace di più per come si esprime. Noi però dobbiamo rimanere concentrati su noi stessi».

Domenica a Berna sono attesi quasi 13’000 tifosi bianconeri. C’è attesa e attorno alla squadra si inizia a respirare un’atmosfera “speciale”.
«I tifosi sono una parte molto importante e ci daranno una grande spinta. Mi ricordo la prima finale col San Gallo, quando ci avevano dato forza e avevamo vissuto una giornata bellissima. Domenica il fattore più importante sarà la testa. Il mentale. Starà a noi scendere in campo nel modo giusto e fare la differenza».

Dal tuo arrivo in Ticino, questo Lugano è il più forte e completo?
«In due anni ci sono stati tanti cambiamenti, sia nel modo di giocare che nella rosa. È  naturale quando cambiano gli interpreti. Siamo cresciuti ed è aumentato l’affiatamento. Anche due anni fa giocavamo molto bene, ma a volte non riuscivamo a vincere le partite e capitalizzare gli sforzi. Abbiamo sempre lavorato nella giusta direzione e questo nel tempo fa la differenza. Penso che negli ultimi 5 mesi abbiamo dimostrato tutto il nostro valore».

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