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PROMOTION LEAGUEÈ il gran giorno di Bellinzona-Breitenrain

13.04.22 - 07:00
«Il Bellinzona vale la Challenge, e lì potrebbe fare fortuna»
Ti-Press
È il gran giorno di Bellinzona-Breitenrain
«Il Bellinzona vale la Challenge, e lì potrebbe fare fortuna»
Arno Rossini: «Grandi complimenti ad Aeby. Il Bellinzona? Un piccolo Ambrì».
CALCIO: Risultati e classifiche

BELLINZONA - Non sarà decisiva perché al triplice fischio dell’arbitro mancheranno ancora tre giornate alla fine della “regular season”. Non sarà decisiva perché poi le big del campionato si dovranno anche misurare nel girone finale di playoff. Quella di questa sera (ore 20, al Comunale) tra Bellinzona e Breitenrain ha però tutta l'aria di essere la partita in grado di segnare indelebilmente la Promotion League.

Avanti di 10 punti a fine 2021, distratti da eventi extra-campo e non più implacabili sul rettangolo di gioco, con l’anno nuovo i bernesi si sono sciolti. Hanno dilapidato quasi tutto il loro vantaggio tanto che oggi, in un match che si preannuncia vibrante, i ticinesi potrebbero mettere la freccia e sorpassarli.

«È una partita importantissima - ha sottolineato Arno Rossini - una partita che di sicuro gli appassionati granata non vorranno perdersi. Io sarò di certo al Comunale».

Questo Bellinzona sembra davvero in grado di poter centrare la promozione in Challenge League…
«Ha tutto. C'è una squadra molto forte, c’è un tecnico preparato, ci sono ambizione e storia… La stagione ha preso la giusta piega dopo un avvio complicato. Dopo che, a causa dei cambiamenti a livello societario, la scorsa estate si è persa qualche settimana nell'allestimento del gruppo. Poi però, appena tutte le tessere del puzzle sono andate al loro posto, i granata hanno cominciato a correre».

Ora, infilati sei vittorie e due pari nell’anno nuovo, sembrano inarrestabili.
«I complimenti più grandi, per questi risultati, secondo me li merita mister Jean-Michel Aeby. Gli è stato dato un giocattolo costoso e con un grande potenziale, è vero; subentrato in corsa, lui ci ha tuttavia messo molto poco a farlo funzionare nel modo corretto. Senza perdere troppo tempo è riuscito a dare una forma e un’idea di gioco a quello che era solo un insieme di ottimi giocatori. Ci sarà un motivo se è stato portato a Bellinzona, ci sarà un motivo se in carriera ha vinto tanti campionati».

Imponendosi nello scontro diretto i ticinesi potrebbero decollare. Ma per atterrare dove?
«Questo dipende molto dall'investitore, ovviamente. Senza un patron in grado di garantire tanti milioni, penso che questa società possa comunque ritagliarsi uno spazio importante in Challenge League. Guardo alle prime 5-6 posizioni della classifica di quel campionato Per farlo, per raggiungere quei livelli, al Comunale dovranno però lavorare tanto e bene. Dovranno prima di tutto dotarsi di una struttura all'altezza. Qualche uomo nuovo è già arrivato quest'anno, ma io penso a un club nel quale persone competenti possano ricoprire tutti i ruoli chiave. L’avventura nella seconda serie svizzera, se programmata con attenzione, potrebbe realmente fare la fortuna della società, rivelarsi estremamente produttiva».

A livello sportivo o economico?
«Entrambi. Assestarsi a metà classifica darebbe la possibilità di lavorare senza avere sul collo il fiato delle ultime e senza essere distratti dalla rincorsa alle prime. Così si potrebbe garantire tanto spazio a giocatori da lanciare o valorizzare».

Tutti giovani in ascesa?
«No, servirebbe equilibrio. In una rosa competitiva non può mancare uno zoccolo duro di sei-sette elementi di categoria. Accanto a questi sì, però, potrebbero e dovrebbero giocare giovani di prospettiva. Stranieri, perché è ovvio che con questa proprietà qualche sudamericano arriverà, ma anche - mi auguro - ticinesi».

Che non sempre sono all’altezza.
«Questo è un altro punto sul quale ragionare. Il Team Ticino sta producendo troppo poco per il bacino d’utenza del nostro cantone. Qualcosa deve essere rivisto. Se l'associazione saprà cambiare rotta, allora il Bellinzona potrebbe riuscire a recitare in un ruolo chiave per il nostro calcio. Potrebbe prendere i ragazzi più bravi e dare loro la possibilità di esprimersi a un livello competitivo ma contemporaneamente non duro come quello della Super League. Potrebbe dare loro la possibilità di completare la formazione. E contemporaneamente sfruttare le loro doti sportive e vedere l’investimento ripagato». 

Un livello professionistico o quasi, un livello di mezzo. Un po’ come i Ticino Rockets dell’hockey.
«Esatto, perfetto. Con in più, però, un seguito e una passione che difficilmente si trovano altrove. A nord del Ceneri l’ACB è sempre l’argomento del giorno. Per interesse generato, il Bellinzona è un piccolo Ambrì: in Challenge League potrebbe avere tranquillamente 2’000 spettatori. Forse anche di più». 

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