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L’OSPITE - ARNO ROSSINI «Per guidare un gruppo serve un capo, l’autogestione non funziona»

12.08.20 - 12:31
La nomina dell’ex Maestro ha suscitato perplessità. Arno Rossini: «Non mi capacito».
Keystone (foto d'archivio)
«Per guidare un gruppo serve un capo, l’autogestione non funziona»
La nomina dell’ex Maestro ha suscitato perplessità. Arno Rossini: «Non mi capacito».
«Con Marotta e Conte Inter ora favorita in Italia. Andrea scelto anche perché economico».
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TORINO - Il destino della Juventus si è compiuto in 24 ore, poco meno. Tra venerdì e sabato la Vecchia Signora ha infatti, nell’ordine, incassato l’eliminazione dalla Champions League per mano del Lione, esonerato Maurizio Sarri, ingaggiato Andrea Pirlo. 

Viste le ultime prestazioni e il risultato scomodo dell’andata, una serata negativa contro i francesi non era certo difficile da pronosticare. E arrivata quella, non è stato neppure difficile prevedere la cacciata dell’allenatore. Davvero sorprendente è invece stata la “promozione” dell’ex Maestro, messo sulla panchina più prestigiosa d’Italia dopo aver maturato… zero esperienza.
«Faccio davvero fatica a capire la scelta dei dirigenti della Juventus - ha graffiato Arno Rossini - la nomina di Pirlo mi ha sorpreso parecchio. Mi ha spiazzato». 

È stata fatta, velocemente, per spostare l’attenzione dei più dal disastro europeo e dall’esonero di Sarri. 
«Sicuro, ma decisioni del genere non si possono prendere così, su due piedi. Ho sempre elogiato la Juventus, società seria e capace di programmare. In questo caso però a Torino si sono mossi non da professionisti». 

Hanno fatto un errore?
«Non discuto il Pirlo calciatore né il Pirlo uomo. Una società che vuole continuare a vincere in Italia e, finalmente, esultare anche in Europa, deve però affidarsi a un allenatore vero. Importante. Esperto. L’ex centrocampista non è niente di ciò».

Magari ha idee innovative e sarà uno dei migliori del futuro.
«Glielo auguro di cuore. Ma la Juventus si deve preoccupare anche del presente. Come fai a mettere al timone di una squadra ambiziosa un ex campione, senza un minuto di esperienza in panchina?».

I maligni hanno parlato dell’amicizia stretta tra l’Andrea bresciano e quello che comanda a Vinovo.
«Agnelli e Pirlo amiconi? Buon per loro. Ma non credo che un sentimento, per quanto forte, possa essere abbastanza quando in ballo c’è il destino di un’azienda. Perché questo è la Juventus. A Torino conoscono perfettamente colui il quale sarà il nuovo tecnico; mi auguro dunque che abbiano fatto le scelta giusta. Anche se, permettetemelo, io continuo a essere estremamente dubbioso. Non riesco a capacitarmi di questa mossa».

Un punto a favore del mister potrebbe rivelarsi lo spogliatoio: Buffon, Chiellini e Bonucci erano già lì anni fa, quando vestiva bianconero.
«A dire il vero io credo che questa sia una difficoltà in più, invece che un aiuto. Andrea sarà certamente supportato dalla società ma gli ex compagni… il rapporto con loro si è consolidato nel tempo. Come fai a farlo cambiare in un attimo? Sarà capace di farsi riconoscere come allenatore? Saprà essere autorevole anche con chi ha condiviso a lungo gioie e dolori? Questi potrebbero affossarlo».

Magari a Torino se la caveranno con una sorta di autogestione. 
«Che sarebbe il male peggiore. Uno psicologo dello sport anni fa ha evidenziato come le autogestioni, nelle discipline di squadra, non funzionino. Per guidare un gruppo serve un capo. Al momento possiamo solo dire che a livello di gestione tecnica, in bianconero hanno fatto un passo indietro. Sarri, Allegri e Conte erano infatti già condottieri affermati quando sono entrati in società. Andrea no. A digiuno di gestione di gruppi, è l’anello debole della Juventus».

Di una società che però non avrà problemi a continuare a primeggiare in Italia.
«Non ne sono convinto. Con Marotta, appunto Conte e un minimo di continuità, secondo me per il prossimo campionato la favorita sarà l’Inter. In casa Juve ci sono troppe incognite. Oltre al mister, c’è una rosa da svecchiare». 

Magari per questo è stato chiamato il Maestro, per crescere durante un anno di transizione.
«Da affrontare senza troppi affanni? Può essere. Con un ottimo posizionamento in Serie A comunque certo, Pirlo potrebbe rappresentare la soluzione economica (guadagna 1,8 milioni, ndr) a ogni problema. La prossima estate, se avrà sorpreso, si potranno fare altre valutazioni».

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