Pogacar e Vingegaard all’assalto del Tour de France


Sloveno e danese hanno vinto gli ultimi cinque Tour
Sabato scatta la centododicesima edizione della Grande Boucle
Sloveno e danese hanno vinto gli ultimi cinque Tour
Sabato scatta la centododicesima edizione della Grande Boucle
LILLA - La battaglia comincerà subito, fin da sabato 5 luglio a Lilla, e non terminerà prima dell’innocua passerella di domenica 27 luglio sugli Champs-Élysées.
Pronto a regalar spettacolo, il Tour de France 2025 si preannuncia come uno dei più combattuti e intensi degli ultimi anni.
Per la sua centododicesima edizione, la Grande Boucle ha deciso di fare tutto in casa: non ci saranno la partenza in qualche Paese amico o sconfinamenti vari. Ciò ha dunque “costretto” gli organizzatori a disegnare una corsa classica, contraddistinta da grandi pianure (e grandi volate e grandi fughe e la cronometro di 33 km di Caen) nei primi nove giorni, un’infinità di salite nei successivi undici (compresa la cronoscalata pirenaica di 10.9 km a Peyragudes), oltre al solito show finale di Parigi.
Che il Tour sarà combattuto è sicuro, come è tuttavia quasi sicuro che a vincere sarà uno tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Il “quasi” lascia aperta la porta a una delle classiche sorprese che accompagnano lo sport. Ma è più uno scrupolo perché davvero sloveno e danese, che si sono spartiti le ultime cinque edizioni della corsa, paiono di un altro livello rispetto a tutti i rivali. Per le loro qualità tecniche e fisiche come anche per la “copertura” che avranno. UAE Team Emirates XRG e Team Visma-Lease a Bike hanno infatti allestito delle vere e proprie corazzate per permettere ai rispettivi capitani di dare il massimo. Il primo avrà al suo fianco João Almeida, fresco vincitore del Tour de Suisse. Il secondo Wout van Aert e Simon Yates, padrone dell’ultimo Giro d’Italia. Possibilità di veder festeggiare un outsider? Pochissime. Nel caso, comunque, i più quotati sono Remco Evenepoel e Primoz Roglic, che hanno classe e gamba, ma per pensare di primeggiare devono sperare in un passaggio a vuoto - leggasi crisi - dei due favoritissimi.