«Se gli sarà permesso di tornare è solo perché è un campione e ha molti milioni di dollari in banca»
Il serbo agli Australian Open? Sembra durissima.
MELBOURNE - Ottobre, mese buono per tirare le somme e per fare progetti. A questo punto si può infatti già capire come è andata l’annata e si può - o forse è meglio dire “deve” - cominciare a pensare a che combinare da gennaio in poi.
Questo sta sicuramente facendo Novak Djokovic che, levatosi di dosso un po’ di ruggine vincendo in Israele, con il suo staff sta disegnando il calendario per la prossima stagione. Un 2023 che potrebbe però vederlo nuovamente saltare gli Australian Open. Finito nell’occhio del ciclone nel gennaio scorso per il visto ottenuto e poi cancellato, prima accolto (a Melbourne) poi recluso e infine costretto a partire perché non vaccinato, il serbo è infatti finito sulla lista nera delle Autorità dell’isola-continente.
E, per assurdo, il Coronavirus non c’entra più. A partire dal febbraio 2022, l'Australia ha infatti nuovamente aperto i propri confini: a differenza di quanto stabilito per il periodo relativo alla crisi sanitaria, l’ingresso e l'uscita dal Paese sono consentiti anche a chi non ha completato il ciclo vaccinale. Certo, è sempre consigliato tenersi aggiornati riguardo alle disposizioni dei singoli Stati; la messa a riposo della Digital Passenger Declaration è comunque la prova di quanto tranquilla sia in questo momento la situazione.
E allora, Nole? Presentandosi nella terra dei canguri senza averne i requisiti, nel gennaio 2022 Djokovic ha infranto una legge. Il suo comportamento non gli ha solo fatto guadagnare le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, gli è anche costato (oltre alla partecipazione allo Slam) un bando di tre anni dall’Australia. E nonostante il solito ottimismo di Craig Tiley, direttore del Major, che nei giorni scorsi ha confermato la presenza di tutti i migliori giocatori del mondo, tale divieto non sembra possa essere tolto.
La fermezza del Governo australiano sulla questione è stata ribadita da Karen Andrews, Membro della Camera dei Rappresentanti dell'Australia nonché ex Ministro degli Interni. In un’intervista concessa ad ABC Radio di Melbourne, la politica ha stroncato le speranze di Nole.
«Non vedo motivi per i quali la decisione presa possa o debba essere ribaltata. Questo semplicemente perché qualcuno ha molti soldi? Il Governo deve pensare a tutte le persone alle quali è stato cancellato il visto; dovrebbero quindi essere ammesse anche loro nel Paese? Non può esistere una regola per Novak Djokovic e una regola diversa per tutti quelli che non hanno o valgono milioni. Se il dipartimento di immigrazione sceglierà di concedere un’indennità speciale a Djokovic, come si comporterà con tutti gli altri che si sono trovati in circostanze simili? Ribaltare la decisione sarebbe uno schiaffo in faccia a quanti, in Australia, hanno fatto la cosa giusta, rispettando le regole, e si sono vaccinati. Djokovic avrà un’autorizzazione speciale per entrare? Ciò sarebbe giustificato solo dal fatto che è un campione nel tennis con molti milioni di dollari in banca».