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HOCKEYMantegazza: "Abbiamo ricevuto diverse offerte dalla NHL..."

17.10.12 - 11:18
La presidente del Lugano ha analizzato il momento della sua squadra con l'apporto dei nuovi stranieri e dell'allenatore Larry Huras
Ti-Press
Mantegazza: "Abbiamo ricevuto diverse offerte dalla NHL..."
La presidente del Lugano ha analizzato il momento della sua squadra con l'apporto dei nuovi stranieri e dell'allenatore Larry Huras
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LUGANO – 23 punti in 13 partite, quarto posto in classifica in coabitazione con Friborgo e Rapperswil, Metropolit top scorer della lega con 17 punti – assieme a Brunner -, la stella della NHL, Patrice Bergeron, che impazza sulle piste svizzere regalando perle, reti e assist a iosa… beh per motivi di gioire, di essere orgogliosi della propria squadra, e del carattere messo sul ghiaccio in ogni partita, ce ne sono parecchi per i tifosi del Lugano, prima tra tutti la presidente Vicky Mantegazza.

Presidente Mantegazza, che Lugano sta vedendo quest’anno?
“Manca un po’ di costanza forse, ma la squadra ha coraggio, grinta e non molla mai. Negli scorsi anni, in un week end come quello appena trascorso, non avremmo fatto un punto: abbiamo rimontato due partite incredibili quando forse nessuno più ci credeva, conquistando quattro punti. Solo che contro di noi i portieri avversari diventano dei fenomeni (ride, ndr)”.

La squadra però è illuminata dal genio di Metro e sul gioco e sul fiuto del gol di Bergeron….
“Non possiamo mettere in secondo piano tutti gli altri, perché tutti dal primo all’ultimo stanno giocando veramente da Lugano, però è innegabile che loro due possono davvero inventare tutto in un attimo. Patrice gode anche della fortuna di giocare con un Glen in ottima forma, che è cresciuto in questo mese e non a caso è il top scorer della Lega”.

A indovinare un acquisto del genere siete stati bravi o fortunati?
“Abbiamo ricevuto diverse offerte dalla NHL, tra cui quella di Zetterberg, ma abbiamo poi fatto degli studi approfonditi sia sullo stato di forma, sia sul sistema di gioco che sul suo carattere. Abbiamo comunque avuto la fortuna di averlo trovato già in buona condizione fisica, ma sono sicura che può fare ancora meglio”.

Quello appena trascorso è stato però il week end di Vauclair: 600 partite in maglia bianconera…
“Un grande giocatore e un grandissimo uomo. Averlo avuto per 600 partite con la maglia del Lugano, perché ha giocato tutte le sue partite in LNA con questi colori, per noi è un onore. Ce ne sono sempre meno di questi personaggi e di queste persone, e sapere di poter contare sempre su di lui è un qualcosa che ci rende veramente felici e fieri”.

In attesa del ritorno di Hirschi, non si poteva trovare un capitano più adatto…
“Assolutamente si. Certo, ce ne sono diversi di giocatori che potrebbero indossare quella C sul petto, ma la nostra scelta già dall’anno scorso è caduta su loro due e secondo me è assolutamente una decisione giusta e vincente”.

Colui di cui non si parla mai, ma che invece è un beniamino della Curva, è Sébastien Reuille...
“Seba è un giocatore che rispecchia ciò che la società si aspetta da tutti sul ghiaccio, è un grandissimo lottatore e noi cerchiamo proprio questi giocatori che sentono la maglia del Lugano sulla propria pelle. Lui è a scadenza di contratto, ma sicuramente non ci sarà mai un problema per il rinnovo, perché una persona così è impossibile volerla perdere”.

Da presidente… che rapporto ha avuto con gli allenatori nordamericani, Smith e Huras su tutti?
“Di Smith non ne voglio neanche parlare, è un capitolo chiuso. Mentre con Huras, beh con lui mi trovo benissimo; vero, predilige il gioco nordamericano, ma è ormai qui in Svizzera da talmente tanti anni che conosce il nostro campionato come le sue tasche. Ho piena fiducia in Larry e infatti non mi sogno lontanamente di metter becco nel suo modo di allenare”.

È caratteristico di questi allenatori d’oltreoceano di impuntarsi sulle proprie idee e fare fatica a cambiare le cose in corsa?
“Penso di si, anche l’anno scorso con Smith ci siamo trovati di fronte a questa situazione, con lui che voleva cambiare mezza squadra, ma qui non funziona così. In America, con i farm team, si può contare su un foltissimo numero di giocatori e quindi cambiare gli interpreti in corsa è più facile, al contrario che qui da noi. Anche se è vero che poi la scorsa stagione, l’allenatore dei Lions ha avuto ragione e alla fine ha portato il titolo a Zurigo”.

Questa mentalità è ciò che sta portando cattivi risultati ad Ambrì?
“Potrebbe essere, ma sinceramente non voglio e non posso parlare di Ambrì. Preferisco guardare nel mio giardino, tenere sotto controllo la situazione del Lugano: gli altri sono e saranno in grado sicuramente di gestire i loro problemi e le loro situazioni particolari”.

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