Cerca e trova immobili

L'OSPITEPolitici, docenti e visioni sulla scuola

15.01.13 - 15:14
Ruben Notari, docente di matematica SM Giubiasco
Cover Media
Politici, docenti e visioni sulla scuola
Ruben Notari, docente di matematica SM Giubiasco

Qualche tempo fa il deputato Claudio Franscella ha pubblicato alcune proposte per investire meglio nella scuola ticinese. Vorrei riprendere e commentare tre di queste dalla mia prospettiva di docente di scuola media.

 

Una prima proposta suggeriva risparmiare sulle fotocopie. In concreto al posto di distribuire i propri materiali didattici fotocopiati, gli insegnanti dovrebbero far ricorso a un libro di testo preparato da un apposito gruppo di esperti e docenti.

 

Vorrei obiettare a quest'idea in due modi: la scuola ticinese ha il grande pregio di permettere al docente la libertà didattica, di perseguire quindi gli obiettivi disciplinari secondo le modalità che ritiene più efficaci. Obbligare i docenti ad assumere dei testi preconfezionati li priva in gran parte di questa componente, che è una delle più belle per un insegnante. Questo cambiamento avrebbe quindi l'effetto di rendere meno appassionante e ricca la professione.

La seconda obiezione è di ordine economico, in quanto non vedo vantaggi ma piuttosto ulteriori spese: un libro di testo verrebbe comunque a costare almeno tra i 10 e i 20 Fr; con questi soldi si possono fotocopiare tranquillamente 100-200 schede, più che sufficienti a coprire il programma annuale.

 

Un testo di riferimento potrebbe però comunque rivelarsi un supporto utile, soprattutto per chi è alle prime armi e si ritrova spesso con un enorme carico di lavoro e pochi riferimenti validi.

 

Franscella suggeriva poi di dare più autonomia finanziaria alle sedi. Quest'idea la trovo molto opportuna e invito i politici ad attuarla al più presto. È assurdo che una scuola media debba riconsegnare parte del suo budget se non riesce a investirlo nell'anno corrente. Più autonomia significa più diversità, più idee, più creatività, più innovazione.

A questo aggiungerei inoltre una tantum di 100-200'000 Fr per istituto scolastico, per sostituire le fatiscenti aule docenti con degli spazi più adeguati, dignitosi e attrezzati. Servono spazi distinti: uno di ristoro/relax e un altro di lavoro.

 

In questo modo i docenti saranno molto più propensi a restare in sede nelle ore libere tra una lezione e l'altra. Maggior presenza in sede significa più scambio, più dibattito e indirettamente più innovazione e qualità.

 

Franscella metteva poi in dubbio la recente proposta del governo di ridurre il numero massimo di allievi per classe da 25 a 22.

Come docente ho accolto invece questa proposta con grande entusiasmo e con la convinzione che possa davvero dare un impulso significativo alla qualità della nostra scuola. Questo per diversi motivi.

 

Da una parte l'accentuazione dell'elemento competitivo nella società ha creato una più acuta marginalizzazione, che si traduce con un maggior numero di casi di allievi problematici a scuola. Nonostante le valide misure accompagnatorie noi docenti dobbiamo (e soprattutto vogliamo) tenere in classe e integrare questi allievi. Per quanto possiamo comprenderli e voler loro bene è innegabile che ci costano molte e molte energie. Un minor numero di allievi per classe verrebbe quindi anche in parte a compensare questo incremento del carico di lavoro causato dall’involuzione sociale.

 

Meno allievi significa anche poter maggiormente mettere in pratica la tanto sbandierata (ma poco implementata) differenziazione pedagogica. Differenziare significa potersi chinare un po' di più sul singolo allievo, capirne le qualità e i limiti e proporgli un lavoro maggiormente adatto al proprio livello di apprendimento. In questo modo gli si offre una reale possibilità di apprendere.

 

Concludo invitando i colleghi docenti a esternare maggiormente le loro opinioni sui media, in modo che i politici possano farsi una visione più ampia, precisa e meno preconcetta della realtà scolastica.

Ai politici invece l'invito ad ascoltare chi la scuola la vive, e a credere fino in fondo che la scuola è uno degli investimenti migliori per il nostro cantone.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE