
Luis Landrini ha presentato "Non ci sto", il brano che avrebbe voluto portare al Festival di Sanremo
SAVOSA - C'è molto che bolle, nel pentolone musicale di Luis Landrini. Il cantautore ticinese ha presentato lo scorso 28 febbraio "Non ci sto". È un brano nel quale si sente più marcata, rispetto ai lavori precedenti, la componente pop-dance, con un uso più importante dei sintetizzatori.
«È sempre parte del mio modo di fare musica. Anche il pop mi rispecchia, ma adesso ho mostrato un lato più ribelle». Nelle sue canzoni, Landrini riversa le esperienze passate e le osservazioni sulla quotidianità e "Non ci sto" è un brano all'insegna dell'energia. «È un periodo nel quale sto molto bene, sia emotivamente che artisticamente. Ho lavorato tanto, anche con il mio team, e ho tanti progetti in ballo, da qui alla fine dell'anno».
Il cantante annuncia inoltre di lavorare ad un nuovo singolo estivo dal titolo "Taradi Tarada" che uscirà verso la fine di maggio/inizio giugno e ad un susseguire di concerti cominciando da quella in programma venerdì 7 marzo all'Hotel Brocco Posta di San Bernardino ore 20.30 (entrata libera) dove presenterà uno show acustico. In alcuni dei concerti, «laddove la situazione lo richieda», Luis sarà accompagnato da un corpo di ballo. Già, perché il videoclip della canzone che Landrini ha scritto lo vede essere parte in prima persona della coreografia.
Si accennava prima a Sanremo. «"Non ci sto" è stato presentato alle selezioni del Sanremo appena passato. C'era ovviamente sempre la speranza di essere preso, ma mi interessava soprattutto avere un brano che fosse funzionale al progetto attuale». Del Festival, Landrini ha già una certa esperienza: «L'ho fatta quando sono arrivato alle finali di Sanremo Giovani e so come funzionano le cose. Di ogni esperienza bisogna farne tesoro, questo ti fa crescere ed essere sempre più consapevole del tuo valore; è un pensiero universale».
Arrivare sul palco dell'Ariston è importante, ma non è tutto. «È chiaramente un palco prestigioso, ma si deve proseguire. Penso che se il progetto sia artisticamente solido, tu credi in quello che fai e ti sacrifichi le cose prima o poi arrivino. La gente lo percepisce e capisce che non sei un fenomeno passeggero, ma hai la tua credibilità». La gavetta fa la differenza tra un progetto robusto e uno destinato a esaurirsi in una fiammata. «Devi accumulare esperienza, fare concerti. Tutto quello che ho l'ho ottenuto con le mie forze. Chiaramente non mi accontento e punto sempre più in alto, ma sono consapevole e determinato. Rimango sempre con i piedi per terra».