L'Avana fa mea culpa

Il governo cubano ha ammesso i suoi errori nella grave crisi economica che sta colpendo il paese.
AVANA - Con un tono insolitamente autocritico, il governo cubano ha riconosciuto la gravità della crisi economica che colpisce l'isola e ha ammesso la necessità di correggere "errori" e "deficienze" interne.
Nel discorso ufficiale per la cerimonia della Giornata della Ribellione Nazionale, il primo ministro Manuel Marrero Cruz ha dichiarato che Cuba affronta "sfide enormi, come mai prima d'ora", sia sul piano interno che su quello internazionale. Al centro dell'intervento, uno dei temi più sensibili: i frequenti blackout elettrici, definiti da Marrero "molesti" e "dannosi per la popolazione e l'economia".
È la prima volta che la crisi energetica riceve un simile rilievo a livello ufficiale, segno della crescente incidenza sulla vita quotidiana dei cubani. La soluzione all'emergenza energetica diventa così una priorità dichiarata dal governo, che ha promesso interventi concreti per affrontare le difficoltà strutturali del Paese.
Per il secondo anno consecutivo, né il presidente Miguel Díaz-Canel né l'ex leader Raúl Castro hanno preso la parola. Una scelta interpretata dai media regionali come segnale della delicata fase politica. La Giornata della Ribellione Nazionale ricorda l'assalto fallito del 1953 ai quartieri Moncada e Céspedes, considerato l'inizio della rivoluzione che nel 1959 rovesciò il regime di Fulgencio Batista (1952-1959).




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