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Crisi in Medio Oriente, Trump lascia in anticipo il G7

Il presidente statunitense non parteciperà alla seconda giornata. E afferma: «Tutti dovrebbero lasciare subito Teheran!». Firmata una dichiarazione comune sulla de-escalation
AFP
Fonte ats
Crisi in Medio Oriente, Trump lascia in anticipo il G7
Il presidente statunitense non parteciperà alla seconda giornata. E afferma: «Tutti dovrebbero lasciare subito Teheran!». Firmata una dichiarazione comune sulla de-escalation

KANANASKIS - Donald Trump non parteciperà alla seconda giornata del G7. Rientrerà a Washington senza partecipare alla seconda giornata del summit, per «occuparsi di questioni molto importanti». Il tycoon ha ordinato al suo staff per la sicurezza nazionale di riunirsi nella Situation Room, ordinando in parallelo a membri del suo team di tentare un incontro il prima possibile con funzionari di Teheran, per capire se l'Iran vuole veramente una soluzione diplomatica.

Prima di lasciare Kananaskis potrebbe avere un incontro con Giorgia Meloni, come si sono ripromessi i due leader nei brevi colloqui nel corso della giornata. Di certo salta il bilaterale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è atteso nelle prossime ore in Canada per partecipare al vertice. Una novità da leggere assieme alle numerose dichiarazioni di queste ore con cui il presidente americano ha di fatto rilanciato la riabilitazione internazionale di Vladimir Putin.

Alla foto di famiglia, sull'erba del Kananaskis Country Golf Course, sono pochi i sorrisi e tante le domande a Trump. «Devo tornare il prima possibile», la sua risposta. Poco prima dell'annuncio della Casa Bianca sul cambio di programma, il tycoon sui social ha affermato che «tutti dovrebbero evacuare immediatamente Teheran!». Una partenza anticipata che Emmanuel Macron ha definito positiva, visto l'obiettivo di ottenere un cessate il fuoco in Medio Oriente.

De-escalation, c'è la dichiarazione comune
Il G7 canadese ha riservato inoltre una nuova sorpresa, dopo la partenza anticipata di Donald Trump per l'escalation in Medio Oriente. I leader, aggiustando il linguaggio della bozza, sono riusciti a convincere il presidente americano a firmare una «dichiarazione sui recenti sviluppi tra Israele e Iran», dopo il suo iniziale rifiuto. Nella premessa i sette ribadiscono il loro «impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente» e affermano in questo contesto che «Israele ha il diritto di difendersi», confermando il loro «sostegno alla sicurezza di Israele» ma affermando «anche l'importanza della protezione dei civili».

Quindi hanno puntato il dito contro Teheran accusandolo di essere «la principale fonte di instabilità e terrore nella regione» e ricordando di aver sempre «affermato con chiarezza che l'Iran non deve mai ottenere un'arma nucleare». Quindi il passaggio chiave, dopo la modifica della formulazione iniziale che prevedeva solo un appello alla de-escalation del conflitto tra Israele e Iran: «Sollecitiamo che la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza». Infine l'assicurazione che «resteremo vigili rispetto alle implicazioni per i mercati energetici internazionali e pronti a coordinarci, anche con partner che condividono i nostri stessi valori, per tutelare la stabilità del mercato».

Un primo successo del premier Mark Carney, padrone di casa del G7, e del coordinamento degli alleati, che hanno tessuto una paziente tela diplomatica, salvando per ora l'unità del gruppo.

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