Assalto al bus, il 20enne ammette il lancio del sasso: «Era quello più appuntito»

Una sua frase intercettata smentisce quanto messo a verbale durante l'interrogatorio
RIETI - Un'intercettazione negli uffici della Questura di Rieti inchioderebbe il più giovane dei tre ultras della squadra di basket di Rieti che, domenica scorsa, hanno assaltato il bus dei tifosi di Pistoia, portando alla morte del secondo conducente Raffaele Marianella.
Nella registrazione si sentirebbe il 20enne ammettere il lancio di un sasso. «Era quello più appuntito». Una frase che contraddice quanto messo a verbale: il giovane aveva infatti negato il lancio di oggetti verso il pullman toscano, accusando gli altri due fermati (un 31enne e un 53enne). «Ricordo che i sassi sono stati lanciati solo da due persone, poiché gli altri si trovavano in posizioni non poco favorevoli e comunque avrebbero messo in pericolo gli altri che si trovavano davanti ed erano posizionati nella parte inferiore della scarpata».
I tre si trovano in carcere con «gravi indizi di colpevolezza» e con l'accusa di omicidio volontario. Un quarto ultra è indagato per favoreggiamento, ma l'inchiesta potrebbe allargarsi: il pubblico ministero ha chiesto l'analisi del Dna di altre sei persone, per valutare il loro coinvolgimento nel lancio di oggetti. Si attende inoltre l'esito dell'autopsia sul corpo di Marianella, così da chiarire le cause del decesso e, se come ipotizzato, l'uomo sia morto sul colpo.




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