Violenze della polizia, l'amministrazione Trump fa marcia indietro

Verrà chiesta l'archiviazione delle cause in corso per le morti di George Floyd e Breonna Taylor. Inoltre saranno revocate le conclusioni che avevano evidenziato violazioni costituzionali da parte dei dipartimenti di Minneapolis e Louisville
WASHINGTON - Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti abbandonerà le procedure per formalizzare accordi giudiziari con le città di Minneapolis e Louisville, nonostante avesse precedentemente accertato che le forze di polizia locali violavano sistematicamente i diritti civili della popolazione afroamericana. A confermarlo mercoledì è stata Harmeet Dhillon, assistente procuratrice generale alla guida della Divisione per i diritti civili del Dipartimento.
Secondo quanto dichiarato, l’amministrazione chiederà l’archiviazione delle cause in corso e revocherà le conclusioni precedenti che avevano evidenziato violazioni costituzionali da parte delle due forze di polizia. Nella nota, Dhillon indica che «i "consent decree" (obblighi legalmente vincolanti, ndr) della polizia, troppo ampi, sottraggono alle comunità il controllo locale delle attività di polizia, a cui appartiene, trasferendo tale potere a burocrati non eletti e non responsabili, spesso con un'agenda anti-polizia».
Oltre a Minneapolis e Louisville, il Dipartimento intende chiudere le indagini e revocare le accuse anche nei confronti dei dipartimenti di polizia di Phoenix (Arizona), Memphis (Tennessee), Trenton (New Jersey), Mount Vernon (New York), Oklahoma City (Oklahoma) e della Polizia di Stato della Louisiana.
La decisione arriva a pochi giorni dal quinto anniversario della morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso il 25 maggio 2020 a Minneapolis da un agente bianco, Derek Chauvin, che gli premette il ginocchio sul collo ignorando le sue suppliche. L’episodio, assieme all’uccisione di Breonna Taylor a Louisville durante un’irruzione con mandato “no-knock”, innescò un’ondata globale di proteste contro il razzismo e la brutalità della polizia, nel pieno della campagna elettorale per la rielezione di Donald Trump.
Louisville e Minneapolis erano finora le due città simbolo delle indagini avviate durante l’amministrazione Biden, le uniche ad aver dato disponibilità ad accettare un “consent decree” per riformare le proprie pratiche di polizia.