La folla ha festeggiato nelle strade di Damasco, il presidente sarebbe fuggito all'estero
DAMASCO - I ribelli hanno annunciato la caduta del «tiranno» Bashar al-Assad sugli schermi della televisione pubblica siriana. In precedenza i gruppi armati islamici avevano preso il controllo dell'emittente radiotelevisiva statale a Damasco. Il presidente sarebbe fuggito all'estero.
La tv siriana, ma anche Bbc, Cnn e altri media mostrano lunghi filmati della folla festante in piena notte a Damasco. La Cnn mostra caroselli di moto e motorini i cui occupanti sventolano bandiere siriane, mentre da alcune zone del centro di Damasco, come nella piazza degli Omayyadi, nelle immagini della Bbc, dietro ai canti e alle urla della folla si sentono anche degli spari in aria, malgrado il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) - la milizia che ha guidato la guerra-lampo al regime di Assad -, Abu Mohammed al-Jolani (vero nome Ahmed al-Sharaa) avesse detto che «è vietato sparare in aria».
La folla festante a Damasco, dopo la conquista da parte dei ribelli sunniti e la dichiarazione della fine della «tirannia» di Bashar Al Assad, ha anche calpestato la statua abbattuta del padre di Bashar, Hafez Al Assad, che ha governato con il pugno di ferro per quasi 30 anni fino al 2000.
Intanto i ribelli sunniti siriani che hanno conquistato Damasco hanno fatto appello a «salvaguardare i beni dello stato siriano 'libero'». I ribelli hanno anche annunciato di aver rilasciato tutti coloro che sono stati «ingiustamente detenuti» sotto il presidente Bashar al-Assad. È stata fatta irruzione nel famigerato carcere militare di Sednaya. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato che «le porte della famigerata prigione di Sednaya, nota come 'mattatoio umano', sono state aperte per migliaia di detenuti che sono stati imprigionati dall'apparato di sicurezza durante tutto il governo del regime».
#Syria: incredible scenes from the moment the prison cells were opened at the women's detention area of Sednaya prison. pic.twitter.com/JqaFuswz8z
— Thomas van Linge (@ThomasVLinge) December 8, 2024
Le reazioni dal mondo - «Il presidente Biden e il suo team stanno monitorando da vicino gli eventi straordinari in Siria e rimangono in costante contatto con i partner regionali», ha fatto sapere il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Sean Savett, in una dichiarazione sui social media.
«Monitoriamo con attenzione e preoccupazione la rapida evoluzione della situazione in Siria»: lo scrive su X il sottosegretario generale per gli affari umanitari e il coordinamento degli aiuti di emergenza dell'Onu, Tom Fletcher. «I nostri team principali rimangono sul posto per fornire assistenza. Tutte le parti devono garantire che i civili siano protetti, che possano muoversi liberamente e che sia facilitato l'accesso a coloro che hanno bisogno di assistenza umanitaria, ovunque si trovino», si legge inoltre nel messaggio.
Dov'è Assad? - «Assad ha lasciato la Siria attraverso l'aeroporto di Damasco, prima del ritiro dei membri delle forze armate e di sicurezza» dal sito, ha dichiarato all'agenzia di stampa Afp il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane.
«Ora si tengano elezioni libere» - Il primo ministro siriano, Ghazi al-Jalali, al quale le milizie ribelli vincitrici hanno riconosciuto un ruolo di garanzia fino al ricambio ufficiale del potere, ha detto in un'intervista con l'emittente Al Arabiya che la Siria dovrebbe ora tenere «libere elezioni affinché il popolo possa scegliere chi debba guidarli».
Al-Jalali aveva già detto di avere contattato il comandante dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, con il quale ha detto di essersi accordato sulla transizione.
Israeliani sulla Linea Alpha dopo 50 anni - L'esercito israeliano rende noto di essere entrato nella zona cuscinetto del Golan: carri armati e forze di fanteria sono sulla Linea Alpha, al confine tra Siria e Israele, all'interno della zona smilitarizzata, per impedire ai ribelli siriani di entrare. È la prima volta che ciò succede da quando è stato firmato l'accordo di disimpegno del 1974, che pose fine alla guerra dello Yom Kippur.
«L'Idf ha schierato truppe nella zona cuscinetto e in una serie di aree che è necessario difendere, al fine di garantire la sicurezza delle comunità sulle alture del Golan e dei cittadini di Israele», afferma l'esercito in una dichiarazione.