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Convoglio militare serbo in marcia verso il Kosovo

SERBIA / KOSOVOConvoglio militare serbo in marcia verso il Kosovo

12.12.22 - 11:58
Nel video le immagini dei blindati (BOV M16 Miloš) serbi in movimento verso il confine, la tensione continua a salire.
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Convoglio militare serbo in marcia verso il Kosovo
Nel video le immagini dei blindati (BOV M16 Miloš) serbi in movimento verso il confine, la tensione continua a salire.

BELGRADO / PRISTINA - Convogli militari serbi stanno marciando verso il Kosovo, un video mostra infatti i mezzi dell'esercito a tre chilometri dal confine con il Kosovo. Le immagini, da sole, spiegano quanto la situazione di tensione tra Pristina e Belgrado sia giunta ai massimi livelli. Il tutto a conferma di quanto annunciato sabato dal presidente serbo Aleksandar Vucic, ovvero che la Serbia avrebbe presentato domanda alla NATO per l'invio di truppe nel nord del Kosovo. 

I blindati nel video e il ruolo della Serbia - Il convoglio militare serbo è composto da BOV M16 Miloš cioè veicoli corazzati. Il video è stato registrato in una località sciistica serba, a soli tre chilometri e mezzo dal confine con il Kosovo. La tensione e la preoccupazione sale se si considera inoltre che la Serbia non ha mai riconosciuto l'indipendenza della sua ex provincia e si consideri, a sua volta, ancora una sorta di protettrice dei serbi che vivono lì.

La conferma sull'intenzione di mobilitare l'esercito - «Siamo assolutamente pronti a inviare le nostre forze. La Serbia, a causa della situazione sul terreno, chiede che venga attivata la clausola della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza dell'Onu, al fine di garantire la sicurezza dei serbi e delle loro proprietà, come pure delle chiese e dei monasteri ortodossi», ha detto il ministro della difesa serbo Milos Vucevic, che oggi si è recato a Raska, nel sud del paese a ridosso del confine con il Kosovo, per ispezionare le truppe che stazionano nella locale guarnigione militare. 

Il quadro generale - La tensione interetnica nel nord del Kosovo non accenna nel frattempo a diminuire anche tra la popolazione. Restano infatti le barricate e i blocchi stradali messi in atto per protesta contro l'arresto di un ex poliziotto serbo della polizia kosovara. Ma in generale il sentimento ostile dei cittadini di origine serba è rivolto contro la politica di Pristina. Le pattuglie della Forza Nato (Kfor) e della missione civile europea (Eulex) vigilano sulle zone considerazioni maggiormente a rischio.

Una notte parzialmente tranquilla - Ufficialmente la notte sarebbe trascorsa sostanzialmente tranquilla - non si sono registrati eccessi o incidenti gravi - sebbene, secondo quanto riportato dalla tv pubblica serba Rts, si sarebbero uditi esplosioni e raffiche di spari. E a conferma del rischio sicurezza, oggi le scuole che operano nell'ambito del sistema di istruzione della Serbia restano chiuse. Il presidente Aleksandar Vucic, al termine ieri sera di una riunione del Consiglio per la sicurezza nazionale, ha lanciato un appello alla calma e alla moderazione, invitando a rispettare l'attività di controllo e sorveglianza delle pattuglie di Kfor e Eulex.

I leader serbi - Il presidente Vucic, ma anche la premier Ana Brnabic, insieme ad altri esponenti della dirigenza di Belgrado, giustificano però le proteste della popolazione serba, vittima a loro avviso della politica ostile e provocatoria portata avanti dal premier kosovaro Albin Kurti, accusato di violare tutti gli accordi e di puntare a una autentica pulizia etnica con l'espulsione dei serbi dal nord.

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