Il focolaio più alto del mondo: «Sull'Everest forse anche 200 casi»

L'allarme di un alpinista austriaco che ha rinunciato alla salita, le autorità nepalesi però non confermano
KATHMANDU - Almeno 100, forse anche 200 e più. Sarebbe questa l'entità di un focolaio di Covid scoppiato sull'Everest. A finire contagiati gli scalatori ma anche gli autoctoni sherpa.
A parlare di un fenomeno che, al momento le autorità nepalesi si rifiutano di confermare, lo scalatore austriaco Lukas Furtenbach che ne ha parlato con l'agenzia stampa AP.
Furtenbach ha dovuto rinunciare alla salita, dopo che una delle sue guide e 6 sherpa erano risultati positivi al tampone.
«Basta guardare i risultati dei test, che parlano chiaro, chiedete ai piloti, alle assicurazioni ai responsabili, ai dottori...», ha raccontato in un'intervista a Kathmandu, «sono almeno 100 positivi, i malati saranno anche fra i 150 e i 200». Stando ad AP, sono diversi gli scalatori che - tornati dal campo base - sono risultati positivi al tampone.
Una situazione grave che le autorità nepalesi predisposte all'ascesa del celeberrimo monte negano apertamente. Per evitare questo scenario, infatti, la salita è stata concessa con il contagocce.
Malgrado ciò, la presenza del virus al campo base, è tutt'altro che una novità.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!