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SVEZIAStufi di un lockdown che non c'è

08.03.21 - 21:13
Sabato scorso, circa 600 persone hanno manifestato nel centro di Stoccolma. Una prima nel paese scandinavo
keystone-sda.ch (HENRIK MONTGOMERY)
Stufi di un lockdown che non c'è
Sabato scorso, circa 600 persone hanno manifestato nel centro di Stoccolma. Una prima nel paese scandinavo
L'organizzatore dell'evento rischia una multa di 20'000 corone (pari a circa 2'200 franchi). Il limite per gli assembramenti in Svezia è fissato a otto persone.

STOCCOLMA - Le proteste anti-lockdown sono diventate, anche in Svizzera, un appuntamento quasi fisso durante i fine settimana. Sabato scorso è stata la volta di Coira, che ha visto oltre 4'000 persone scendere in strada per manifestare contro le restrizioni. Il fatto in sé non sorprende più. A sorprendere è invece che sia accaduto anche in Svezia.

In quelle stesse ore, centinaia di persone hanno affollato il centro di Stoccolma, decise a far sentire la propria voce contro un lockdown che, di fatto, non c'è. La Svezia, nonostante un recente "giro di vite" - che a fine febbraio ha portato a una riduzione degli orari di apertura degli esercizi pubblici e, per la prima volta, alla raccomandazione di fare utilizzo delle mascherine - si è distinta sin dall'alba della pandemia per il suo approccio "soft" rispetto agli altri paesi europei.

Le autorità svedesi hanno puntato sul distanziamento e l'attenersi volontario alle misure, consegnando la gestione dell'emergenza nelle mani della responsabilità individuale dei cittadini. Niente confinamento generale né chiusure diffuse. Così la situazione sarebbe stata più sostenibile per la popolazione. Ma questo non ha impedito a circa 600 persone, stando alle stime della polizia, di radunarsi sabato e insorgere contro «un ammasso di leggi create sfruttando una pandemia che a mio parere nemmeno esiste», come recita uno degli slogan presenti sulla pagina Facebook del gruppo che ha organizzato la marcia.

La manifestazione di sabato - contornata da striscioni "no vax" e inneggianti, tra le altre cose, al "terrorismo mediatico" e ai pericoli del 5G - si è svolta perlopiù con toni e modi pacifici. Qualche tafferuglio con le autorità però c'è stato, in particolare quando la polizia è intervenuta per disperdere l'assembramento. Un agente è finito in ospedale e altri cinque hanno rimediato ferite leggere.

Il promotore dell'iniziativa, stando ai media locali, rischia ora una multa di 20'000 corone svedesi (pari a poco meno di 2'200 franchi) per aver organizzato l'evento. In Svezia, al momento, il limite per gli incontri pubblici è fissato a otto persone. E nel caso sarebbe la prima persona a essere sanzionata sulla base della nuova legge, entrata in vigore a gennaio.

La cornice della vicenda, pensando ai numerosi lockdown che sono stati imposti in tanti paesi con l'arrivo della seconda ondata, sembra però riflettere una sorta di mondo alla rovescia. E non solo per i fatti di sabato. Emblematico è pure il caso di un gruppo "social" di esperti, recentemente additati come cospiratori e finiti al centro di un'inchiesta giornalistica nel paese scandinavo per le critiche rivolte al governo svedese e le loro posizioni "pro-mascherine".

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COMMENTI
 

Didimon 3 anni fa su tio
Solo così si può vincere contro i sovrani
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