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ITALIABlitz in piena notte: la Sea Watch entra in porto. Arrestata la comandante

29.06.19 - 08:15
Disordini e tensione a Lampedusa. Arresti domiciliari per Carola Rackete
Keystone
Blitz in piena notte: la Sea Watch entra in porto. Arrestata la comandante
Disordini e tensione a Lampedusa. Arresti domiciliari per Carola Rackete

LAMPEDUSA - Con un blitz in piena notte, la Sea Watch, dopo due settimane in mezzo al mare, entra nel porto di Lampedusa violando per l'ennesima volta l'alt intimatogli dalla Guardia di Finanza. «Non ce la faccio più, devo portarli in salvo», ha detto la comandante Carola Rackete all'equipaggio comunicando la decisione che aveva preso.

Una scelta che le è costata cara: i finanzieri italiani, con la nave ormai ormeggiata in banchina, sono saliti a bordo e l'hanno arrestata per violazione dell'articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra. E ora Rackete rischia una condanna da 3 a dieci anni.

La decisione di non attendere più la comandante la prende poco dopo l'una di notte: accende i motori e fa rotta verso l'isola. Immediatamente la motovedetta della Guardia di Finanza (Gdf) che in questi ultimi due giorni è sempre rimasta accanto alla nave della ong le intima l'alt. Un ordine, dicono i finanzieri, ripetuto tre volte e sempre rimasto inascoltato.

Quando è ormai evidente che la Sea Watch è entrata in porto, la motovedetta tenta un'ultima mossa, ponendosi tra la banchina e la nave per impedire l'attracco. Ma Carola non si ferma e porta la Sea Watch sempre più vicino. L'incidente viene evitato per un niente: la motovedetta e la nave si toccano per un'istante, l'imbarcazione della Gdf finisce contro la banchina e riesce però a sfilarsi senza conseguenze per l'equipaggio.

L'ingresso della nave è accolto sul molo dagli applausi dei sostenitori della Ong e dalle grida di un gruppo di lampedusani, guidati dall'ex vicesindaco dell'isola Angela Maraventano, che urlano vergogna. «Non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo. Fate scendere i profughi e poi arrestateli tutti», ha gridato Maraventano più volte rivolgendosi alle forze dell'ordine. All'esponente leghista ha risposto l'ex sindaco Giusi Nicolini, anche lei sul molo: «Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no».

Alle 2.50 i finanzieri sono saliti a bordo della nave per uscirne, tre minuti dopo, con la comandante, che è stata prelevata e fatta salire su un'auto tra gli applausi e qualche insulto. L'arresto è stato formalizzato poco dopo nella caserma della Guardia di Finanza: con la manovra compiuta, è la tesi degli investigatori, Carola ha fatto resistenza alle autorità e ha rischiato di provocare un incidente.

Per questo è probabile che le venga contestato anche il tentato naufragio. «Non avevamo scelta - dice la portavoce della Ong Giorgia Linardi -. Alla comandante non è stata data nessuna soluzione nonostante avesse dichiarato da 36 ore lo stato di necessità. Era dunque sua responsabilità portare queste persone in salvo. La violazione non è stata del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni».

Subito dopo aver portato via Carola, i militari e gli uomini della Polizia sono saliti a bordo per notificare il provvedimento di sequestro della nave. E a bordo sono saliti anche i medici e i volontari dell'Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e dell'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), per un primo screening sanitario e per fornire ai migranti le prime informazioni. Migranti che al sorgere dell'alba hanno infine messo piede a terra. Non prima di aver abbracciato uno ad uno i volontari di Sea Watch.

Rackete verso il carcere, processo per direttissima? - La capitana della nave Sea Watch, Carola Rackete, potrebbe essere trasferita in carcere e processata per direttissima.

La comandante è stata infatti arrestata in flagranza di reato per violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, che prevede una pena dai tre a 10 anni di reclusione. A Carola Rackete potrebbe essere contestato anche il tentato naufragio della motovedetta della Guardia di Finanza, speronata dalla nave durante la manovra di attracco.

Il comandante della tenenza di Lampedusa delle Fiamme Gialle, luogotenente Antonino Gianno, ha prelevato personalmente la comandante a bordo della Sea Watch con l'ausilio di altri 4 finanzieri, notificandole in caserma il verbale di arresto. La comandante della Sea Watch potrebbe adesso essere trasferita nel carcere di Agrigento in attesa delle decisioni della Procura di Agrigento che coordina l'inchiesta.

Aggiornamento - Comandante ai domiciliari - Andrà agli arresti domiciliari Carola Rackete. I domiciliari sono stati decisi dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio.

«Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti». Lo dice il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio in merito all'arresto di Carola Rackete.

Per la Sea Watch, grazie al disegno di legge Sicurezza bis, scatteranno il sequestro amministrativo e una sanzione pecuniaria da 20mila euro che, in caso non venisse pagata nei termini, potrà arrivare fino a 50mila euro. Lo si apprende da fonti del Viminale.
 
 


 
 

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