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Domenico Diele dopo l'incidente mortale: «Sono eroinomane, devo pagare»

L'attore Domenico dopo aver investito e ucciso una donna a Salerno ammette: «Sono in crisi d'esistenza ma è giusto che soffra, è giusto così»
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Domenico Diele dopo l'incidente mortale: «Sono eroinomane, devo pagare»
L'attore Domenico dopo aver investito e ucciso una donna a Salerno ammette: «Sono in crisi d'esistenza ma è giusto che soffra, è giusto così»
SALERNO - Lo scorso weekend l'attore Domenico Diele, 32 anni, ha investito e ucciso una donna di 48 anni a Salerno. Era alla guida sotto effetto di droghe e con la patente ritirata proprio per essersi già messo al volante dopo aver assunto sos...

SALERNO - Lo scorso weekend l'attore Domenico Diele, 32 anni, ha investito e ucciso una donna di 48 anni a Salerno. Era alla guida sotto effetto di droghe e con la patente ritirata proprio per essersi già messo al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Rinchiuso nel carcere di Fuorni - per lui sono stati ora richiesti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico - l'attore ha parlato con Emilio Borrelli, consigliere regionale dei Verdi, come riporta 'Il Corriere della Sera'.

«Sono in crisi d'esistenza ma è giusto che soffra, è giusto così», avrebbe detto. Poi Diele avrebbe spiegato: «Sono eroinomane ma non sono un criminale. In televisione si parla di me come un assassino drogato: non è così. La droga non c'entra con l'incidente. Mi sono distratto con il cellulare. Ho un telefonino che funziona male e per cercare di fare una telefonata ho abbassato gli occhi. Non mi sono reso conto subito, solo quando sono sceso dall'auto ho visto e capito».

Perché lo scorso weekend è salito in auto con la patente ritirata? «Non avevo il permesso di guidare. Ma l'ho fatto perché mia cugina ci teneva ad avermi al suo matrimonio in Calabria e l'unico modo per esserci era andare e tornare in macchina nella stessa giornata», avrebbe fatto sapere.

«Ho solo il lavoro e se da questa vicenda uscirò con la carriera distrutta non avrò più nemmeno quello. Sono colpevole. Urlerò la mia colpevolezza con tutte le forze. Non ho scusa, ho sbagliato e devo pagare quello che decideranno i giudici e se servisse a qualcosa, pagherei di tasca mia anche qualunque cosa alla famiglia. Il padre della vittima? Vorrei incontrarlo, inginocchiarmi davanti a lui e ammettere le mie colpe. Ma anche provare a spiegargli che è stato un incidente e non un omicidio», avrebbe poi concluso l'uomo.

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