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RUSSIA

Gruppo Wagner in crisi, nessuno vuole più arruolarsi

Il reclutamento dei mercenari tra i prigionieri è cessato. Il "cuoco di Putin" conferma le difficoltà del corpo d'élite.
Keystone
Yevgeny Prigozhi fondatore del gruppo Wagner
Gruppo Wagner in crisi, nessuno vuole più arruolarsi
Il reclutamento dei mercenari tra i prigionieri è cessato. Il "cuoco di Putin" conferma le difficoltà del corpo d'élite.
MOSCA - Assassini, spietati e violenti, dall'inizio dell'invasione russa i mercenari dei gruppo Wagner hanno costruito una reputazione basata sulla paura. Il corpo d'élite dispiegato nel Donbass e nel Lugansk è stato responsabile d...

MOSCA - Assassini, spietati e violenti, dall'inizio dell'invasione russa i mercenari dei gruppo Wagner hanno costruito una reputazione basata sulla paura. Il corpo d'élite dispiegato nel Donbass e nel Lugansk è stato responsabile dei pochi successi russi in Ucraina. Dopo la conquista di Soledar, il gruppo sta guidando ora l'assalto alla vicina Bakhmut, dove si sta combattendo una violentissima battaglia a corpo a corpo.

La reputazione del corpo di mercenari sembra però aver subito un contraccolpo. Le rivelazioni di un disertore, accolto in Norvegia alcune settimane fa, avevano già annunciato le difficoltà, l’incompetenza e la violenza del gruppo. Oggi è giunta una nuova conferma direttamente dal fondatore Yevgeny Prigozhin, il "cuoco di Putin", attraverso il suo canale Telegram. «Il reclutamento di detenuti nel gruppo Wagner è stato completamente interrotto. Tutti gli obblighi verso coloro che lavorano per noi ora sono stati adempiuti». Verità o mossa politica?

Il reclutamento di prigionieri era iniziato durante la scorsa estate. Una campagna che aveva portato nelle file del gruppo migliaia di detenuti. Secondo un'indagine americana sui circa 50mila combattenti dispiegati in Ucraina, almeno 40mila provengono dalle carceri. Molti dei quali non hanno più fatto ritorno. Diversi osservatori internazionale sostengono che l'80% dei prigionieri reclutati sono morti. Una percentuale di morti altissima che testimonia quanto ammesso dal disertore fuggito in Norvegia: «Siamo carne da macello». 

 

 

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