Proteste e cortei repressi con la forza: «Inconcepibile e illegale»

La denuncia arriva dall'ONG "Human Rights Watch"
Spicca la creatività dei manifestanti: presenti gruppi di ogni tipo
La denuncia arriva dall'ONG "Human Rights Watch"
Spicca la creatività dei manifestanti: presenti gruppi di ogni tipo
RANGOON - La polizia del Myanmar dovrebbe porre immediatamente fine all'uso della forza eccessiva e letale contro le persone: è quanto chiede l'ong Human Rights Watch.
«Che la polizia spari a una manifestante è inconcepibile oltre che illegale», ha detto Richard Weir, funzionario dell'organizzazione. «La polizia - ha aggiunto - deve smettere di rispondere con le armi alle proteste e avviare immediatamente delle indagini. La giunta militare del Myanmar revochi i suoi ordini draconiani sulle proteste e ponga fine alla repressione».
Nel frattempo decine di migliaia di persone sono scese in strada - alcune con molta creatività - per il quinto giorno consecutivo in Birmania per protestare contro il colpo di Stato militare, all'indomani di un raid notturno contro la sede del partito di Aung San Suu Kyi, una azione dimostrativa del pugno duro dei generali golpisti a fronte degli appelli a ristabilire i diritti democratici.
La folla ha formato diversi cortei di primo mattino nel centro di Rangoon, la capitale economica del Paese, secondo quanto riferito da diversi testimoni, nonostante la dura repressione delle proteste di ieri, con uso di proiettili di gomma e gas lacrimogeni che hanno provocato anche diversi feriti.
Una manifestazione con diverse migliaia di persone è in corso anche a Naypyidaw, la capitale amministrativa del Paese.
In particolare, spicca la creatività con cui sono scesi in piazza molti manifestanti, mostrandosi in gruppo, in comunità, in costume e con cartelli ironici. L'idea generale è - oltre che attrarre l'attenzione pubblica anche di altri Stati - che il Colpo di Stato tocca tutti.









Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!