
LONDRA - La prospettiva di una seconda ondata di coronavirus in Europa non è più una teoria lontana. Ad affermarlo è Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per il controllo delle malattia (ECDC), che in un'intervista rilasciata oggi al Guardian ha spiegato che la «domanda» da farsi è piuttosto «quando arriverà e quanto sarà grande».
Lo scenario evocato dall'ex consigliera del governo tedesco non è purtroppo dei più rassicuranti. «Non voglio disegnare uno sfondo da giorno del giudizio, ma occorre essere realistici. Non è ancora il momento di rilassarsi», ha detto ricordando che in termini di immunità è plausibile pensare che almeno l'80% sia ancora a rischio di contrarre il coronavirus.
Tornando poi indietro di qualche mese, Ammon ha rilevato la possibilità di un legame tra le località sciistiche e le fasi iniziali della diffusione del virus nel Vecchio Continente agli inizi di marzo.
«Abbiamo notato che i nuovi casi in tutta Europa erano collegati alle stazioni sciistiche alpine, in Italia e in Austria. Si tratta di luoghi affollati, pensiamo alle cabine di risalita, stipate di persone. È una situazione perfetta per un virus come questo. E sono abbastanza sicura che questo abbia contribuito alla vasta diffusione in Europa» dell'epidemia, ha spiegato Ammon.
Lombardia Madrid New York Wuhan tutti alta densità di popolazione e una bella soglia di inquinamento. Con l aria secca e fredda da vettore. Ma gli specialisti latitano e non ne vengono a una. Sì anche Bergamo è nelle stesse condizioni. Come il Ticino. Chiaro poi centrano altri fattori vedi carnival partite di calcio guarda caso Atalanta Valencia.