Nel 2016 fu un successo enorme, ma nel documentario "Walking On Water" l'artista se la prende con la burocrazia e gli amministratori «incapaci» che avrebbero fatto accedere troppe persone all'opera
ISEO - Christo e il lago d'Iseo hanno dato vita a una delle opere più popolari degli ultimi anni, “The Floating Piers”, che ha attirato una mole enorme di visitatori sul bacino lombardo. Ora l'idillio sembra essere finito, e pure molto male: nel documentario “Christo - Walking On Water" di Andrey Paounov l'artista spara a zero contro chi lo avrebbe ostacolato nella creazione della sua iconica passerella e poi avrebbe gestito in modo scadente l'afflusso di visitatori. Oltre un milione furono le presenze complessive.
Un lungo elenco di lamentele: la lentezza della burocrazia («Il problema dell'Italia»), unita ad amministratori locali «incapaci» e alla mala gestione dell'opera, alla quale ha potuto accedere un numero spropositato di persone: «200mila sono troppe». Il film passa dalle splendide immagini del lago e dalla narrazione della genesi dell'opera, maestoso esempio della land-art della quale l'artista di origine bulgara è maestro, a sfoghi e invettive molto duri. Come quella contro il responsabile della sicurezza Marco Boeri: «È un vero idiota, è licenziato, non lo sopporto più».
I sindaci dei comuni bagnati dal lago non l'hanno presa bene: la proiezione del film su maxischermo è stata sospesa e la stampa locale non esclude che non si finisca qui. Anche se qualcuno sospetta che Christo possa aver creato la polemica ad arte, l'ira di chi gestisce il territorio - ed è stato preso a pesci in faccia - è reale. Le critiche, affermano in coro, sono quantomeno ingenerose e fanno ancora più male a distanza di anni.