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Dazi, Usa contro tutti. Juncker: «L'Unione europea non è una schiava»

Intanto prosegue il dialogo con Pechino per evitare un isolamento completo
Keystone
Dazi, Usa contro tutti. Juncker: «L'Unione europea non è una schiava»
Intanto prosegue il dialogo con Pechino per evitare un isolamento completo
NEW YORK - Gli Stati Uniti contro tutti al G7, in uno dei vertici più tesi e di scontro dei tempi recenti. I dazi decisi dall'amministrazione Trump, seguendo la politica dell'America First, spaccano i paesi membri, con gli Usa completamente is...

NEW YORK - Gli Stati Uniti contro tutti al G7, in uno dei vertici più tesi e di scontro dei tempi recenti. I dazi decisi dall'amministrazione Trump, seguendo la politica dell'America First, spaccano i paesi membri, con gli Usa completamente isolati.

Intorno al tavolo delle trattative il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin, voce moderata all'interno della Casa Bianca, difende la scelta del presidente americano dalle critiche degli alleati facendo muro - secondo indiscrezioni - con lunghe pause di silenzio agli attacchi per poi dire: «parlatene con Trump». L'Europa, con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, ribadisce: l'Ue non è schiava della politica interna statunitense.

La spaccatura del G7 coincide con lo sbarco di Wilbur Ross, il segretario al commercio di Trump, in Cina nel tentativo di persuadere Pechino ad acquistare più beni e prodotti americani così da evitare una "guerra commerciale" e soprattutto un isolamento completo degli Stati Uniti. Ross incontra il vice premier cinese Liu He, in quello che è il terzo round di trattative fra le due superpotenze mondiali.

La posta in gioco è alta: con i dazi a Ue, Canada e Messico e il possibile scontro con la Cina, a rischio c'è la ripresa economica globale, che procede alla velocità maggiore degli ultimi sette anni. Il pericolo è quello di una brusca frenata con l'inceppamento del motore del commercio, che rischia di ripercuotersi e stravolgere anche gli equilibri geopolitici.

Un banco di prova sarà il G7 dei capi di stato a Charlevoix la prossima settimana: con le difficoltà dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali a raggiungere un accordo in un vertice di scontro aperto, l'appuntamento fra i sette grandi della Terra si presenta tutto in salita. Alle forti tensioni commerciali si sommano infatti quelle per il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare con l'Iran e per l'addio all'intesa sul clima.

Il G7 finanziario avrebbe dovuto spianare la strada a un'intesa per i leader ma un accordo non è mai apparso neanche a portata di mano, come dimostrato anche dall'assenza di un comunicato finale della riunione. Gli sherpa continueranno a lavorare nei prossimi giorni per evitare il flop di Charlevoix, dove Trump arriverà con la testa rivolta all'incontro storico con il leader nordcoreano Kim Jong-un in calendario pochi giorni dopo. Il disaccordo appare al momento difficile da sanare.

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