Cerca e trova immobili
Dal Mondo

COMO: Escursionista morto in Sardegna, tragedia in cerca di un perché

L’uomo, un imprenditore molto noto in zona era arrivato a Cala Gonone sabato scorso ed aveva affittato una villetta con una decina di amici comaschi in vista della scalata fatale
COMO: Escursionista morto in Sardegna, tragedia in cerca di un perché
L’uomo, un imprenditore molto noto in zona era arrivato a Cala Gonone sabato scorso ed aveva affittato una villetta con una decina di amici comaschi in vista della scalata fatale
CADORAGO – Non si conosce ancora la data dei funerali di Gianluca Borrella, il 35enne di Cadorago morto nel primo pomeriggio di ieri precipitando per oltre 150 metri mentre stava effettuando una salita in cordata con amici sui monti...
CADORAGO –Non si conosce ancora la data dei funerali di Gianluca Borrella, il 35enne di Cadorago morto nel primo pomeriggio di ieri precipitando per oltre 150 metri mentre stava effettuando una salita in cordata con amici sui monti di Dorgali, in Sardegna. La salma dovrebbe giungere a casa nelle prossime ore, probabilmente nella giornata di domani dopo che è stata sottoposta ad esame autoptico all’Ospedale San Francesco di Nuoro. Alla base della disgrazia forse un malore che gli avrebbe fatto perdere la forza nelle mani che impugnavano la corda. Titolare di una ditta di informatica, era un appassionato di escursionismo e di arrampicate, una passione la esercitava durante i fine settimana. Oltre alla montagna amava viaggiare in sella alla sua Harley Davidson con cui raggiungeva spesso la Liguria se non anche la Sardegna. Iscritto al C.A.I. di Lomazzo, da quattro anni aveva aperto uno studio associato (ConeXes) con sede operativa a Camerlata di Como in società con Aldo Benzoni di Bregnano. Il papà Roberto è molto conosciuto in zona per l’attività di tappezziere mentre la mamma è casalinga. Con loro viveva al 3 di via Roma a Cadorago. L’altra sera, non appena rimbalzata in zona la notizia si è portato nell’abitazione della famiglia Borrella il parroco del paese, don Aldo Redaelli e per tutta la giornata di ieri è stato un continuo peregrinare di amici e conoscenti. Come il padre era tifoso dell’Inter e in gioventù aveva anche militato in una squadra di calcio amatoriale. A Dorgali era arrivato sabato scorso con una decina di amici, tutti lariani: per loro una vacanza programmata, in quello che è tra i periodi migliori per chi ama la montagna. E un periodo buono oltre ogni previsione, visto la dolcezza di quest’autunno sardo. Anche per questo i giovani comaschi avevano preso in affitto una casa a Cala Gonone (stessa zona dove in estate ha perso la vita un altro comasco annegando nel mare) giusto per allungare senza problemi la vacanza. L’altra mattina la comitiva era partita molto presto per la scalata a una tra le pareti più esaltanti e terribili del Supramonte. Uno specchio di calcare a picco dove vengono a misurarsi gli arrampicatori e gli scalatori di tutto il mondo visto il livello di difficoltà ma anche di sicurezza. Figurarsi che sono ben 20 i percorsi attrezzati e ciascuno per cinquecento, seicento metri. Difficile allora capire come mai Gianluca Borella sia precipitato scivolando dalla fune. Un malore, forse? Ma in questo caso perché non sono entrati in funzione i dispositivi di sicurezza, almeno cinque moschettoni - che scattano uno dopo l’altro - per ogni imbragatura? Oppure la squadra, una volta finita la scalata, aveva già iniziato la discesa, in genere più libera? Un quadro ancora tutto da chiarire. L’altra sera fino a tarda ora gli amici del giovane sono stati sentiti in Questura a Nuoro dal Dirigente della Squadra Mobile Leo Testa. E intanto si dovrà aspettare il risultato dell’autopsia.

di Bob Decker

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE