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REGIO INSUBRICA: A processo le "Fonti Gajum"
Lunedì seconda puntata del procedimento penale contro l'Amministratore della "Bognanco" di Treviso per aver immesso sul mercato 15.000 bottiglie di acqua minerali prodotte a Canzo e inquinata da solventi.
REGIO INSUBRICA: A processo le "Fonti Gajum"
Lunedì seconda puntata del procedimento penale contro l'Amministratore della "Bognanco" di Treviso per aver immesso sul mercato 15.000 bottiglie di acqua minerali prodotte a Canzo e inquinata da solventi.
CANZO. Finisce sotto processo l'acqua minerale con solventi. O meglio: davanti al Giudice Unico di Erba è stato chiamato a comparire il Responsabile della "Idrominerale Bognanco" che distribuisce l'acqua minerale prodotta dalla "Fonti Gajum" di Canz...
CANZO. Finisce sotto processo l'acqua minerale con solventi. O meglio: davanti al Giudice Unico di Erba è stato chiamato a comparire il Responsabile della "Idrominerale Bognanco" che distribuisce l'acqua minerale prodotta dalla "Fonti Gajum" di Canzo. L'accusa è quella di aver messo in commercio tra il '95 e il '97 una partita di ben 15.000 bottiglie, nelle quali è stata riscontrata una elevata quantità di sostanze solventi proibite e altamente tossiche come il toluene, l'etil - benzene e lo xilene. In poche parole "acqua ragia". Dal canto suo l'azienda sostiene di aver ordinato l'immediata distruzione della partita di acqua, non appena si venne a sapere dell'adulterazione. Tuttavia non esclude che qualche stock possa essere entrato erroneamente in commercio. Sempre secondo l'azienda l'ordine di distruzione sarebbe stato impartito molto prima che scoppiasse il caso, ovvero prima del 12 maggio '97 quando a Varese vennero effettuati alcuni prelievi dalle bottiglie del lotto 30. Cinque mesi dopo le analisi vennero confermate anche dall'Istituto Superiore della Sanità. Il controllo scattò quando un distributore all'ingrosso, Silvano Bistoletti, avvertì l'Ufficio Igiene dopo aver raccolto alcune lamentele. Ed eccoci al processo davanti al Giudice Unico Nicoletta Cremona. Sul banco degli imputati Eugenio Ianelli, Legale Rappresentante della "Bignanco" con sede a Frosinone e facente capo alla "Italfin '80". Chiara la linea difensiva impostata dall'Avvocato Antonino Presti che tende a dimostrare due cose: che la società ordinò il ritiro delle bottiglie incriminate prima dei controlli di Varese e che vi potrebbero essere state delle "contaminazioni" dall'esterno non escludendo, in poche parole, che quei solventi possano essere finiti nell'acqua durante i vari trasferimenti per la distribuzione avvenuti all'esterno della casa produttrice.
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