GEORGIA
L’appello del ticinese Davide Caprani, poliziotto ONU: “Agire al più presto, o sarà tragedia”

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L’appello del ticinese Davide Caprani, poliziotto ONU: “Agire al più presto, o sarà tragedia”
L’appello del ticinese Davide Caprani, poliziotto ONU: “Agire al più presto, o sarà tragedia”
TBILISI - La situazione in Georgia è drammatica. Mentre i governi di Mosca e Tbilisi continuano il giochetto dei proclami e delle accuse reciproche, la popolazione civile dello stato cauca...
TBILISI - La situazione in Georgia è drammatica. Mentre i governi di Mosca e Tbilisi continuano il giochetto dei proclami e delle accuse reciproche, la popolazione civile dello stato caucasico sta vivendo in uno stato di totale caos, con saccheggi e violenze perpetrate da gruppi paramilitari e criminali che ne approfittano della mancanza di autorità amministrativa e di polizia. Alle denunce in cui si dice che sono migliaia le vittime causate dalla guerra lampo russo-georgiana, si aggiungono quelle dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, che parla di 120.000 profughi e di impossibilità di distribuzione degli aiuti umanitari in Georgia, Ossezia del Sud e in Abkhazia.
Un testimone di questa difficile situazione è il ticinese Davide Caprani, agente di Polizia dell'ONU (UNPOL) di stanza a Zugdidi, località tra l'Abkhazia e la Georgia.
Signor Caprani, è la sua prima esperienza quale inviato ONU in zone di guerra? Come la giudica finora?
"No, questa non e' la mia prima esperienza quale inviato ONU. Tra il 2005 ed il 2006 sono stato per 13 mesi in missione in Kossovo (UNMIK) con la funzione di Polizia dell'ONU (UNPOL/CIVPOL). In ogni caso, tra la prima missione e quella attuale, c'è molta differenza. L'esperienza che sto vivendo è difficile e molto impegnativa in tutti i suoi aspetti. Da quando le tensioni di conflitto sono aumentate fino a sfociare in guerra, qui si vive uno stato di tensione altissimo. Il risveglio al suono di bombardamenti o di colpi di mitraglia rendono tutti veramente nervosi. Ciononostante tutti i membri delle Nazioni Unite impiegati nel conflitto e stazionati nella regione tra la Georgia e la regione separatista dell'Abkhazia svolgono il loro lavoro senza interruzione, UNPOL in primis".
Quali le difficoltà più significative da lei vissute finora in questo scenario?
"Le difficoltà a cui si è confrontati ora è il drastico aumento della criminalità. Bande armate entrano incontrollati dall'Albkhazia e durante la notte fanno razzia di tutto ciò che trovano. Gli attacchi armati a case private sono moltissimi e la popolazione vive una situazione di totale panico. L'esercito russo presente a Zugdidi ed all'interno del territorio georgiano, spaventa la popolazione. Molti di loro, misti con truppe separatiste dell'Ossezia del Sud ed dell'Abkhazia, attaccano centri commerciali, negozi, banche, abitazioni per impossessarsi di tutto ciò che trovano. Ora il cibo e gli alimenti di prima necessità cominciano a scarseggiare ed i prezzi nei negozi si elevano. Si vive e si lavora senza mai sapere cosa può capitare da un momento all'altro".
Quale il rapporto con la popolazione locale?
"Il rapporto con la popolazione locale è molto cordiale e amichevole. La popolazione georgiana è contenta della presenza dell'ONU e ripone in essa l'unica speranza per un pacifico rientro alla normalita'".
Di cosa vi occupate?
"Con la mia unità al momento mi sto occupando del sostegno fisico e logistico alla polizia locale. Pattuglie miste in veicoli di polizia ONU vengono condotte giornalmente. La polizia locale si è ritrovata da un giorno all'altro senza più una sede dove operare (in quanto occupate dai soldati russi), senza benzina per i veicoli, senza computer, ecc. Molti di loro, in normale servizio, non pattugliano più l'oramai incontrollata linea del cessate il fuoco con l'Abkhazia (all'annuncio dell'arrivo delle truppe russe, i militanti dispiegati su tutta la linea sono fuggiti o ritirati). Provvedo quindi, con la mia unità, a colmare questa lacuna lanciando ulteriori pattuglie miste in tutta la zona. Uno dei maggiori obiettivi è quello di interagire con la popolazione locale e fargli capire che la polizia è ancora operativa, portando quindi un po' di sollievo ad abitanti che non hanno assoluta idea di cosa stia succedendo (Certi di loro pensano addirittura che la Georgia e' stata conquistata dalla Russia). La polizia locale era completamente confusa subito dopo i primi attacchi e non era più in grado di svolgere il suo dovere. Siamo riusciti a stimolarli e fargli capire che la loro presenza sul territorio è importantissima per i cittadini di questo paese. Ogni singolo caso e incidente viene riportato al Quartiere Generale dell'UNOMIG (United Nations Observer Mission in Georgia) a Sukhumi per poi essere trasmesso a New York".
Le agenzie parlano di migliaia di morti e di una situazione drammatica: quale il ruolo dell'ONU?
"Una stima effettiva dei morti non e' ancora stata fatta. Nell'Ossezia del Sud i bombardamenti sono stati molto intensi e continuano a provocare morte e distruzione. L'ONU a livello di UNOMIG non puo' altro che denunciare cosa sta capitando al Quartiere Generale di New York, il quale a sua volta prende posizione. Un' altro ente dell'ONU, l' UNHCR sta provvedendo all'aiuto umanitario".
Quale il ruolo dei 4 svizzeri inviati nel Caucaso?
"Gli Svizzeri impiegati per UNOMIG sono sei e non quattro. Al momento solo cinque di noi siamo in Georgia in quanto uno si trova in vacanza all'estero. Quattro sono impiegati in qualità di osservatori militari, mentre io ed un'altra collega siamo impiegati in qualità di polizia civile delle Nazioni Unite. Io sono stazionato a Zugdidi mentre la mia collega è a Tbilisi. I quattro militari si trovano due a Gali, uno a Sukhumi ed uno Zugdidi. Rimango a stretto contatto con loro e tutti stanno bene".
Di che cosa ha bisogno ora la popolazione civile?
"Di tutto. La popolazione civile ha bisogno di assolutamente tutto quello che si possa immaginare. Anche prima che il conflitto scoppiasse in guerra, le condizioni generali di vita della maggior parte dalla popolazione erano ad uno stato di assoluta povertà ed il tasso di disoccupazione altissimo. Ora, con questo ulteriore problema, si può dire che la situazione è degenerata. Come spiegato prima, anche nei negozi la merce comincia a scarseggiare, le stazioni di benzina sono chiuse in quanto l'approvvigionamento di carburante non viene più effettuato. La popolazione è in panico e disorientata, e se questa crisi dovesse continuare, la popolazione sarebbe confrontata ad una vera e propria tragedia".
Paolo D'Angelo
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