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COMO: Uccisero prostituta al "Bosco delle Streghe", 55 anni

Stangata alla "Holding" della prostituzione che gestiva un gruppo di lucciole sulle strade del Comasco. il P.M. aveva chiesto 63 anni.
COMO: Uccisero prostituta al "Bosco delle Streghe", 55 anni
Stangata alla "Holding" della prostituzione che gestiva un gruppo di lucciole sulle strade del Comasco. il P.M. aveva chiesto 63 anni.
VILLA GUARDIA. Stangata alla “Holding della prostituzione” che arrivò ad uccidere una prostituta al “Ponte delle Streghe” di Villa Guardia perchè, incinta di 4 mesi, voleva uscire dal giro. Con un totale di 55 anni e mezzo di galera si è ...
VILLA GUARDIA.

Stangata alla “Holding della prostituzione” che arrivò ad uccidere una prostituta al “Ponte delle Streghe” di Villa Guardia perchè, incinta di 4 mesi, voleva uscire dal giro. Con un totale di 55 anni e mezzo di galera si è chiuso a Busto Arsizio il processo nei confronti di una agguerrita e selvaggia banda di albanesi accusata di gestire un grosso giro di ragazze che venivano sbattute sui marciapiedi a battere: e per chi si ribellava botte ed orrori. E per chi non la capiva, come nel caso della ragazza trovata nei boschi comaschi, vi era la morte. La Corte d’Assise (presieduta da Nevio Bruni, a latere Cristina Di Censo) ha emesso il verdetto dopo ben sette ore di camera di consiglio per riconoscere colpevoli tre albanesi di aver ridotto alla totale schiavitù 5 connazionali altri tre imputati, fra cui una donna albanese e un italiano, sono stati condannati per lo sfruttamento. Qualche giorno fa il Pubblico Ministero Tiziano Masini aveva sollecitato complessivamente 63 anni di galera per la “holding” che deteneva il potere sul mercato del sesso a pagamento dietro ad un cespuglio, in una vasta area a ridosso del confine italo elvetico. Si tratta di una delle più pericolose bande albanesi che si occupavano di gestire e controllare la prostituzione sui marciapiedi di mezza Lombardia ed, in particolare, nelle zone di Novedrate, Cermenate, Turate, Lentate sul Seveso. Un duro lavoro per ricostruire le attività criminose attraverso le indagini dei Carabinieri, i quali erano riusciti a smantellare il ganglo criminoso. A capo della pericolosa banda che aveva le sue basi nell’abitazione dell’unico italiano coinvolto, a Caronno Pertusella (Varese), viene messo l’albanese Arben Leka, di Tirana, 39 anni. Dicevamo che la lista dei capi d’accusa è lunghissima. Il Magistrato, infatti, contestava la riduzione in schiavitù di parecchie ragazze, il sequestro di persona, il favoreggiamento all’immigrazione clandestina di decine di giovani ucraine e albanesi, falsificazione di documenti, violenza sessuale. E, come detto, prima, l’omicidio di una ragazza: una giovane prostituta ammazzata perché incinta di 4 mesi e trovata nei boschi di Villa Guardia non lontano dal “Ponte delle Streghe” ben 5 anni fa. La Procura di Como era riuscita a ricostruire i retroscena del delitto grazie ad una ragazza che era uscita dal giro e che aveva raccontato di aver conosciuto la vittima pochi giorni prima dell’assassinio. La testimone, successivamente, era sparita e questo aveva bloccato le indagini che si muovevano solo sulla scorta di questa testimonianza ritenuta verosimile e attendibile dagli inquirenti. Il fascicolo, quindi, venne riunito a quello dell’inchiesta sul conto della banda di Arben Leka, condotta dalla Procura di Busto Arsizio, inchiesta che avrebbe svelato come la gang comperava, per 3 o 4 milioni di lire, in Albania le giovani donne che venivano poi sbattute a battere sui marciapiedi comaschi e varesini a suon di botte e anche violenze sessuali, fisiche e psicologiche. Nel corso delle indagini si era arrivati anche nell’abitazione dell’unico componente italiano del sodalizio criminoso: Giuseppe Tripodi di Caronno Pertusella, nella cui abitazione i Carabinieri individuarono un armadio dentro il quale venivano imprigionate le ragazze per “convincerle” a prostituirsi. Restavano in quel mobile legate ed imbavagliate fino a quando si erano arrese.

di Bob Decker

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