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Una tassa sul consumo di carne, per spingere le alternative vegetali?

Il boss di Beyond Meat guarda con favore a tale provvedimento, ma altri sono decisamente contrari
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Una tassa sul consumo di carne, per spingere le alternative vegetali?
Il boss di Beyond Meat guarda con favore a tale provvedimento, ma altri sono decisamente contrari
LONDRA - Il boss di Beyond Meat, uno dei colossi emergenti delle alternative vegetali alla carne, ha dichiarato di essere in favore di una "imposta pigouviana" su quelle attività che vanno a creare conseguenze nocive per la società. Com...

LONDRA - Il boss di Beyond Meat, uno dei colossi emergenti delle alternative vegetali alla carne, ha dichiarato di essere in favore di una "imposta pigouviana" su quelle attività che vanno a creare conseguenze nocive per la società. Come l'industria della carne, ha spiegato Ethan Brown.

Il riferimento è al metodo di governo delle emissioni inquinanti teorizzato dall'economista britannico Arthur Cecil Pigou. Il principio, semplificando estremamente, è: più inquini, più paghi. Tassando il consumo della carne, come spiegato da Brown alla Bbc, si potrebbero aiutare i mercati emergenti a investire su prodotti alimentari a base di proteine vegetali.

Nell'articolo viene citato uno studio dell'Università del Michigan, secondo il quale un hambuger Beyond Meat utilizza il 99% in meno di acqua rispetto a un hamburger di carne, emette il 90% in meno di emissioni nel processo di produzione, ha un consumo di suolo inferiore del 93% in meno di terra e consuma circa metà dell'energia. Benefici ambientali che saltano agli occhi «soprattutto di questa generazione più giovane, quella che disprezza i voli aerei e marciando per il clima».

Non più solo per vegani - I consumatori, spiega l'amministratore delegato di Beyond Meat, sono già orientati verso un ridotto consumo di carne. «Se guardi ai dati sugli acquirenti che abbiamo, il 93% delle persone che mettono l'hamburger Beyond Meat nel proprio carrello stanno anche inserendo proteine ​​​​animali». Il che vuol dire che questo prodotto non è più riservato esclusivamente a vegetariani o vegani: tra di essi ci sono onnivori che «ascoltano le informazioni sulla propria salute o forse sentono parlare di clima, o forse si sentono a disagio con l'allevamento intensivo».

I prezzi scenderanno - In questa fase, i prezzi dei sostituti vegetali possono essere decisamente superiori rispetto a quelli della carne. Ma ciò cambierà, assicura Brown. Questione di economia di scala: «Via via che la produzione aumenterà, inizieremo a essere in grado di abbassare i prezzi. Al momento siamo ancora una piccola compagnia, ma ciò sta per cambiare». Fondamentale, in quest'ottica, l'accordo globale triennale firmato a febbraio con McDonald's e Yum! Brands, che raccoglie sotto il suo cappello KFC, Pizza Hut e Taco Bell. «Una delle ragioni per così sono stato così concentrato su questi accordi è perché credo che sia la strada da seguire per abbattere i costi e per rendere questi prodotti accessibili a ogni consumatore che li voglia». Il principale concorrente di Beyond Meat, Impossible Foods, negli scorsi mesi ha ridotto il prezzo del 20%.

La critica - Il principale argomento usato dai detrattori delle alternative vegetali alla carne è proprio il fattore prezzo. Un recente sondaggio condotto da Citi Bank su 3000 consumatori statunitensi ha rilevato che il 32% delle persone si è allontanato dai prodotti a base di proteine vegetali a causa dei costi, ritenuti troppo elevati. Un anno fa, nel corso di un'identica rilevazione, la percentuale era del 38%.

Tassa? Non nel Regno Unito - Tornando al tema centrale dell'articolo: si tasserà il consumo di carne per finanziare le alternative vegetali? Non nel Regno Unito, come lo stesso primo ministro Boris Johnson ha tenuto a escludere. Un tale balzello, secondo un recente studio dell'Università di Bristol, avrebbe costi superiori a quelli che sarebbero i benefici per il clima.

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