L'ex produttore cinematografico ha spiegato che dopo il tracollo finanziario gli sono rimasti vicini solo pochi amici e l'ex moglie Rita Rusic
ROMA - Vittorio Cecchi Gori ha rivelato che dopo il fallimento della sua casa di produzione cinematografica fu abbandonato da molte persone che lui aveva aiutato e che tra i pochi che gli rimasero vicini ci fu l'amico Carlo Verdone. L'imprenditore, che ha raccontato la storia del suo tracollo finanziario in un documentario dal titolo "Cecchi Gori - Una famiglia italiana", durante un'intervista rilasciata al settimanale "Vanity Fair" ha spiegato: «Non so se in Italia esista qualcuno che sia stato più truffato di me. Mi hanno messo di mezzo, si sono inventati a tavolino il mio fallimento, hanno preso a pretesto una distrazione, una cazzata minore, per mandarmi all'aria. Verdone è tra i pochissimi a essermi rimasto vicino. Ho aiutato tanta gente e tanta gente mi ha abbandonato».
«La mia storia è stata raccontata male. A iniziare dai giornali, a cui ridere di me è sempre piaciuto. Il resto l'hanno fatto il sensazionalismo e la seconda religione nazionale: l'invidia. C'è chi mi ha ferito e se il destino vuole avrà quello che si merita. Aspetto ancora giustizia con fiducia», ha aggiunto il 77enne.
Cecchi Gori ha poi ammesso che non sarebbe mai riuscito a farcela dopo l'ischemia avuta quasi due anni fa se non ci fosse stata l'ex moglie Rita Rusic a sostenerlo. Ha poi affermato di voler tornare presto a lavorare per ricostruire la sua azienda. Parlando dell'ex moglie ha detto: «Mi è stata vicina mentre ero malato. Mi ha dato forza per smascherare i banditi e le sanguisughe che cercarono di depredarmi e isolarmi. Mi riprendo tutto. Spero ancora di fare qualche film».