Una triste storia di...
sigari indigeni
La Dannemann (gruppo Burger), riconosciuto produttore di sigari, ha rilevato dalla fine del 1999 uno dei simboli del nostro Ticino: la Fabbrica Tabacchi Brissago.
La speranza era che l'intervento di una forte società del settore potesse garantire il proseguimento di uno dei tasselli della nostra storia e, di conseguenza, dei famosi sigari Brissago.
Era auspicabile, quindi, un rilancio alla grande del sigaro Brissago rivalutando anche all'estero quello strano toscanello lungo e storto con la paglietta.
"Macché rilancio! Macché esportazione! Qui alla Dannemann non ci pensiamo neppure! Il sigaro Brissago lo vendiamo al massimo in Svizzera e in quel di Brissago preferiamo produrre, a costi inferiori, i nostri Dannemann!"
Proprio così. Se andate a chiedere alla Dannemann di voler acquistare in contanti un container di sigari Brissago per l'esportazione, vi risponderanno: "Ci scusi, ma non è nella politica della nostra azienda esportare i sigari Brissago, noi all'estero vendiamo solo prodotti marchiati Dannemann... arrivederci e grazie."
Fantastiche queste acquisizioni che dovrebbero servire a rilanciare l'economia ticinese!!
Ma poteva finire qui la storiella del sigaro finito in padella? EHHNNNO, certo che no!
Altro caso che la Pulce ritiene un po' strano.
Uno degli sponsor principale (o forse proprio il principale) del Festival New Orleans Jazz di Ascona, guarda caso, è proprio la Dannemann. Sul lungo lago del grazioso borgo, tra un palco e l'altro, un susseguirsi di stand marchiati Dannemann, e sin qui tutto normale e logico. Quello che non è sembrato molto logico è che nonostante Ascona sia a due passi (veri e non per modo di dire) da Brissago e che la Dannemann sia proprietaria della Fabbrica Tabacchi di Brissago, nessuna donzella presente negli stands a distribuire foglie di tabacco arrotolate (sigari...) era in grado di offrire un semplice e gustoso sigaro indigeno: semplicemente perché non ne avevano!
Finito? No!
Per completare l'opera, sul sito Internet della Dannemann, non c'è neppure l'ombra di un riferimento al "Sigaro Brissago"!
Evviva la colonizzazione!
A questo punto la Pulce ha pensato di dare un piccolo contributo in onore del mitico ed intramontabile sigaro di Brissago partendo dalla sua storia fino ai giorni nostri.
La storia inizia nel 1847 quando nel piccolo borgo del lago Maggiore venne aperta una fabbrica di tabacchi. Non una qualsiasi fabbrica, ma una vera e propria "clonazione" di quella che era al tempo la Fabbrica tabacchi di Venezia che produceva, l'unica autorizzata e sotto il controllo dell'impero asburgico, i sigari Virginia.
Lo scopo della nascita della nuova fabbrica tabacchi di Brissago era uno solo: contrabbandare oltre confine sigari identici a quelli prodotti a Venezia causando un danno enorme per lerario asburgico. Qualcuno ha pure scritto che questa fu la prima rivolta economica verso l'impero, e forse fu proprio così.
Vista da un'altra angolazione, qualcun altro sostiene che la Fabbrica tabacchi di Brissago rappresenta in qualche modo l'inizio del contrabbando di sigari e sigarette tra Canton Ticino e Italia, quasi fosse un simbolo storico.
...questa... è storia.
"Mi abituerò a sentirti o a decifrarti
nel ticchettio della telescrivente,
nel volubile fumo dei mie sigari
di Brissago"
E. Montale, dal libro Satura (Xenia, componimenti dedicati alla moglie)
...questa... è poesia.
Ottobre 2001 (comunicato originale)- Fabbrica tabacchi Brissago: otto Licenziamenti
Lettera di disdetta per otto operaie della Fabbrica tabacchi di Brissago. L'annuncio del licenziamento è stato dato nei giorni scorsi dalla direzione in un incontro con i segretari dei SIT e dell'OCST, i due sindacati firmatari del Contratto collettivo di lavoro. Il provvedimento è da mettere in relazione ad un drastico calo delle vendite di sigari registrato in questi ultimi mesi.
Alla fine del 1999 l'industria del borgo di confine, fondata nel 1847, era stata venduta al gruppo Burger (Dannemann), che ha sede a Burg (Argovia), ritenuto il numero uno in Europa nel settore della produzione di sigari. Il passaggio di proprietà non aveva provocato scompensi per i dipendenti. Anzi, i nuovi dirigenti non escludevano per il futuro la creazione di nuovi posti di lavoro, considerata la possibilità di introdurre, accanto ai prodotti tradizionali che hanno reso celebre lo stabilimento brissaghese, anche nuovi tipi di sigari. E in effetti questa speranza c'è ancora. Nell'incontro con i sindacati la direzione ha detto che non dovrebbero esserci ulteriori licenziamenti, oltre agli otto annunciati.
Ha anche aggiunto che questa crisi dovrebbe essere passeggera e che è ipotizzabile un nuovo sviluppo già nel 2002, ciò che potrebbe portare all'assunzione di nuovi dipendenti.
...questa... è presa per i...




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