Cerca e trova immobili
TICINO

Ecco il libro ticinese che smitizza Montanelli, e in Italia è polemica

Evaso dal carcere di San Vittore? Falso. Processato e condannato a morte dai nazisti? Falso. Organizzatore di bande di partigiani? Falso. È da ieri nelle librerie il libro della ricercatrice e studiosa ticinese Renata Broggini “Passaggio in Svizzera. L’anno nascosto di Indro Montanelli” (edito da Feltrinelli). E sulla scrittrice locarnese si è scatenata la polemica: critiche sui giornali, accuse nei blog, commenti al vetriolo. E tutto ciò prima ancora che il libro uscisse. Abbiamo intervistato l’autrice pe
None
Ecco il libro ticinese che smitizza Montanelli, e in Italia è polemica
Evaso dal carcere di San Vittore? Falso. Processato e condannato a morte dai nazisti? Falso. Organizzatore di bande di partigiani? Falso. È da ieri nelle librerie il libro della ricercatrice e studiosa ticinese Renata Broggini “Passaggio in Svizzera. L’anno nascosto di Indro Montanelli” (edito da Feltrinelli). E sulla scrittrice locarnese si è scatenata la polemica: critiche sui giornali, accuse nei blog, commenti al vetriolo. E tutto ciò prima ancora che il libro uscisse. Abbiamo intervistato l’autrice pe
Come è iniziata questa ricerca e come è nata l'idea del libro?“Da anni mi occupo di rifugiati italiani in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Ho ricostruito in passato diverse vicende di esuli giunti dall'Italia, s...
Come è iniziata questa ricerca e come è nata l'idea del libro?
“Da anni mi occupo di rifugiati italiani in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Ho ricostruito in passato diverse vicende di esuli giunti dall'Italia, storie sfociate in volumi quali "Terre d'asilo", o "La frontiera della speranza” con le storie degli ebrei giunti dall'Italia. Poi ho ricostruito la vicenda di don Gnocchi, di Edda Ciano, di Luigi Comencini, Alberto Vigevani, e nell'ottica di queste ricerche mi sono dedicata anche a quella di Indro Montanelli. L'ho fatto solo perchè anche lui ha avuto il suo capitolo svizzero, e non perchè volevo accanirmi contro il principe del giornalismo italiano. Una vicenda che ho potuto ricostruire partendo dai documenti custoditi nell'archivio Federale di Berna, e nell'Archivio di Stato di Bellinzona".

E studiando questi documenti lei ha scoperto notizie e versioni che erano abbastanza diverse da quanto raccontato dal giornalista durante la sua vita. Una su tutte che Montanelli evase dal carcere di San Vittore.
“La realtà è sempre molto più complessa di come essa venga raccontata. Montanelli è stato un soggetto inserito in un disegno di evasione. Non fu lui ad evadere. La sua fu un'azione passiva. Tutto fu merito di una mossa del doppiogiochista Luca Osteria per accreditarsi agli occhi degli alleati a Lugano. In questo disegno ha proposto la fuga in Svizzera di un gruppetto di persone: un generale (il generale Zambon), un giornalista (Montanelli) e un'americana. Avrebbero dovuto essere tre persone che lui portava in Svizzera per rassicurare che era passato dalla parte del nemico”.

Anche sul motivo della carcerazione a Milano non tutto corrisponde.
“Il suo arresto non è stato dettato da una spiata, bensì da una sua imprudenza: in una lettera inviata alla moglie aveva descritto il luogo in cui si trovava in clandestinità sul lago d'Orta. Questa lettera intercettata ha provocato l'arresto della moglie. Per questo Montanelli è finito in carcere, prima a Gallarate e poi a San Vittore. Questa vicenda ha portato poi, sempre con l'aiuto di altri giornalisti e informatori vicini ai tedeschi, alla scarcerazione vera e propria di Montanelli da San Vittore. È un passaggio molto complicato. Ed è questa la parte nuova che è emersa, e cioè che prima di essere portato in Svizzera aveva ricevuto il nullaosta per la scarcerazione sua e della moglie”.

Fu falso anche il fatto che fu condannato e processato dai nazisti come ha raccontato in vita.
“Montanelli non è mai stato nè condannato a morte, nè processato dai nazisti. I documenti custoditi negli archivi italiani parlano chiaro, e non c’è traccia di queste informazioni. Ma tutto ciò è già stato evidenziato in un precedente studio molto serio di Sandro Gerbi e Raffaele Liucci "Lo stregone: la prima vita di Indro Montanelli".

Non fu nemmeno organizzatore di bande partigiani come ha raccontato il giornalista. Lei nel suo libro confuta anche questa tesi.
Quando Montanelli arrivò al confine con la Svizzera si presentò alla guardia in dogana e si qualificò come "organizzatore di bande di partigiani". Si è trattato semplicemente di una qualificazione per poter entrare in Svizzera. Montanelli ha ripetuto questa versione anche a guerra terminata , e col tempo ha romanticizzato questa versione vendendosi come eroe”.

Eppure in molti non lo hanno creduto lo hanno accusato di filo-fascismo.
“La questione – secondo me - è frutto di un terribile gioco di equivoci. Agli occhi degli altri esuli italiani, Montanelli era colui che era riuscito ad entrare in Svizzera grazie all’aiuto della spia dei tedeschi. Entrando nel nostro paese con l’aiuto di un personaggio come Luca Osteria, era inevitabile che gli altri esuli lo vedessero come una personaggio sospetto. Tutta questa storia è piena di zone d’ombra e ciò ha finito per originare il sospetto di anti-antifascista. È una vicenda che lo stesso Montanelli ha vissuto di riflesso: non avendo ben capito come si erano svolti i fatti ha finito per immaginare cose che non sono mai accadute.

Perchè secondo lei Montanelli ha raccontato queste bugie?
Perchè voleva darsi una statura di antifascista più alta di quella che effettivamente aveva. Si è venduto come persona perseguitata, una persona che ha sofferto senz'altro il carcere, ma è rientrato in Italia con l'aurea di eroe. La vicenda che viene fuori dai documenti degli archivi non è poi così eroica”.

Quali sono stati i documenti più interessanti che ha avuto tra le mani?
“Quelli che sono giunti dalla National Accademy di Londra, e da Washington. Lì sono racchiusi gli interrogatori fatti dagli inglesi ai capi tedeschi e a tutto quel gruppo di persone che è stato protagonista di questa storia. Dagli interrogatori si evince come Montanelli sia stato coinvolto a sua insaputa”.

Su Internet sono già apparsi articoli e blog che parlano del libro, era consapevole che la sua ricerca potesse scuotere le acque in maniera così forte?
“No, non me lo aspettavo. La vicenda di Edda Ciano e i suoi rapporti con la Svizzera non avevano suscitato tutto questo clamore. Nel caso di Montanelli, si sta facendo molto rumore ancora prima che il libro venga letto. Evidentemente toccare Montanelli, vuol dire toccare un mito, ma i documenti parlano chiaro, non sono io che mi sono inventata i fatti”.

Le sono mai arrivare accuse o minacce di qualche difensore accanito di Montanelli?
“Sì, ma le critiche e le minacce non mi colpiscono più di tanto. Criticano senza nè aver letto il libro, e peggio ancora senza neanche aver visionato i documenti. La mia non è una ricostruzione fantasiosa, ma è tutto documentato. Chi mi accusa è perché è ha contribuito a diffondere in tutti questi anni fatti non veri e quindi si sentono mortificati di essere stati cassa di risonanza di fatti che non sono accaduti. ”.

Cosa le dicono?
“L'accusa che più mi viene sbattuta in faccia in questi giorni è quella di ‘mentitrice’, o ‘invasata’, o ‘in preda a un raptus distruttivo’, insomma di una persona che ha dei rancori verso Montanelli. Per me si è trattato di un lavoro molto imbarazzante. Ero consapevole del fatto che smentire Montanelli volesse dire andare incontro inevitabilmente a reazioni forti e a critiche feroci. Mi spiace che chi mi attacca lo fa senza nemmeno aver letto il libro”.

Non si è mai trovata di fronte a verità scottanti e avere qualche scrupolo nel raccontarle?
“Più che scottanti, direi che è la prima volta che da questa storia vengono fuori fatti che non corrispondono alla realtà narrata per anni”.

Cosa si augura da questo libro.
“A non diffondere storie inventate, e pagine sull'internamento svizzero che non corrispondono alla verità. Circolano troppe biografie su Montanelli con pagine sulla Svizzera che sono completamente sbagliate”.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
NOTIZIE PIÙ LETTE