Nuove norme per estetiste, tatuatori e odontotecnici, scatta l'iniziativa generica
BELLINZONA - Gli articoli 54 e 56 della Legge sanitaria annoverano tra gli operatori sanitari anche le estetiste, e subordinano l’esercizio della professione all’ottenimento di un’autorizzazione da parte dell’Ufficio sanità (i dettagli sono rinviati allo specifico Regolamento concernente l’esercizio della professione di estetista del 5 luglio 1995).
L’attuale Regolamento, per Claudio Franscella (ed altri firmatari) appare desueto, "tant’è vero - si legge nell'iniziativa generica che chiede nuove norme nella professione di estetista, tatuatore e odontotecnico - che cita ancora l’UFIAML, oggi SEFRI (Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione) e la maestria, ed è di difficile lettura".
Suddetto Regolamento è considerato dai firmatari dell'iniziativa "contraddittorio". "Infatti - si legge -, mentre la Legge sanitaria si riferisce alla professione di estetista nella sua globalità, e questa intende proteggere con l’istituzione del regime autorizzativo, il Regolamento, sembra circoscrivere l’obbligo di un’autorizzazione a sole quattro prestazioni, elencate all’art. 1 (drenaggio linfatico, epilazione elettrica, estrazioni grani di miglio, trucco permanente)".
Il Regolamento di applicazione, insomma, permetterebbe l’accesso al mercato e l’esercizio della professione anche a “estetiste” che non sono in possesso di un titolo professionale riconosciuto.
Da qui l'insirgere di tante figure professionali dalla dubbia specializzazione. "A questo fenomeno - viene segnalato poi - si aggiunge la diffusione di altre attività, imparentate con quelle dell’estetista, come l’onicotecnico e il tatuatore. Professioni che per il momento non soggiacciono ad alcuna autorizzazione, malgrado comportino seri problemi di igiene e possono causare danni irreversibili alla salute dei clienti".
Da qui nasce il malcontento dell’associazione di categoria (Associazione Estetiste della Svizzera Italiana-AESI) che lamenta l’esistenza di un mercato incontrollato, generatore di rischi per la salute degli utenti, di confusione e di false aspettative nella clientela. Ciò che indubbiamente crea un danno di immagine a tutta la categoria.
I deputati chiedono quindi che nella legge sanitaria venga inserita una specifica base giuridica per sottoporre ad obbligo autorizzativo le professioni di estetista, onicotecnico e tatuatore e auspicano che:
- l’obbligo autorizzativo venga esteso alla professione di estetista nella sua globalità, senza distinzione dei trattamenti offerti, salvo per quelli che necessitano un corso supplementare rispetto all’AFC;
- l’autorizzazione all’esercizio della professione di estetista, onicotecnico o tatuatore è personale e dovrà essere subordinata al conseguimento di un diploma riconosciuto (AFC o titolo equipollente). In mancanza di tale titolo le/i richiedenti dovranno provare di aver svolto almeno tre anni di pratica in un istituto autorizzato o aver seguito dei corsi in una scuola privata e aver conseguito un diploma a conclusione del corso specifico che verrà istituito dall’AESI, a partire da ottobre 2014.
- Ogni istituto deve disporre di locali e attrezzature adeguate per l’esercizio della professione e garantire condizioni igieniche e sanitarie adeguate ai trattamenti offerti;
- il luogo di lavoro deve indicare in modo chiaro e immediatamente visibile alla clientela, quali sono i titoli di studio del titolare e quali trattamenti sono autorizzati;
- l’autorizzazione può essere revocata;
- si preveda una sanzione anche pecuniaria per chi viola le disposizioni del regolamento.




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