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Gran Consiglio - Verdi

Andrea Zaramella

Andrea Zaramella
Sono nato a Sorengo il 3 aprile 1986 e da sempre vivo e risiedo a Balerna. Dopo le scuole dell’obbligo mi sono recato al liceo di Mendrisio dove ho seguito un indirizzo economico. Terminati gli studi liceali, ho iniziato l’Alta Scuol...

Sono nato a Sorengo il 3 aprile 1986 e da sempre vivo e risiedo a Balerna. Dopo le scuole dell’obbligo mi sono recato al liceo di Mendrisio dove ho seguito un indirizzo economico. Terminati gli studi liceali, ho iniziato l’Alta Scuola Pedagogica (ora SUPSI) e nel 2008 divenni maestro di scuola elementare. Nello stesso anno entrai a far parte come primo subentrante per il gruppo I Verdi del Consiglio Comunale di Balerna. Da due anni insegno con estremo piacere e coinvolgimento alle scuole elementari di Balerna… per me un successo perché è un ritorno alle origini.

Come è nata la passione per la politica?
L’interesse per la politica nasce in me già a partire dalla quarta media, dove ho avuto il piacere di affrontare in parallelo al percorso di storia anche quello di civica. La passione è poi sempre continuata forse anche grazie al grande interesse che provo per la storia, dove nonostante la presenza di veri e propri partiti nasca solo negli ultimi secoli, in realtà i rapporti tra persone sono sempre stati regolati da gruppi di idee che si scontravano (per esempio pensiamo alla nascita delle corporazioni già nel XII secolo). Fare storia per me voleva dire fare politica perché dovevi capire come vivevano le persone, quali idee possedevano e per quali ideali lottavano, per poi in base alle tue scoperte farti un’opinione e prendere una posizione in merito. La parola d’ordine era sempre e comunque ricercare e capire il perché di alcuni scontri d’idee (o di classe). Nasce da questa ricerca la mia passione per la politica e cioè il capire, discutendo, come vive la gente e di quali bisogni necessita. Per me politica vuol dire ricercare, chiedendo e stando veramente a contatto con i cittadini per capirli.

Quali sono i temi che le stanno più a cuore?
Sicuramente le tematiche ambientali in stretta interdipendenza con quelle sociali. Lotterò affinché non prevalga mai l’uomo sull’ambiente, ma nemmeno viceversa. Sono convinto che tutti e due insieme possano convivere.
Un altro tema che mi sta particolarmente a cuore è l’istruzione e il lavoro. Un grande paese lo si vede dall’istruzione e impiego dei suoi cittadini. Mi piacerebbe poter andare avanti sempre a garantire l’istruzione libera e accessibile a tutti, soprattutto impiegando e sostenendo sia i giovani in formazione che i nostri disoccupati.
Non posso da ultimo escludere il tema sicurezza. Bisogna continuare a garantire l’ordine e la civiltà che hanno sempre contraddistinto questa Nazione. La polizia deve avere il pieno potere di agire secondo la legge senza alcun impedimento. I cittadini devono sentirsi sicuri e soprattutto avere la certezza che chi si impegna e lavora onestamente è tutelato da chi invece fa il furbo e se ne approfitta.

Quali sono i problemi più urgenti da risolvere in Ticino?
Il problema è a mio parere diventato essenzialmente uno: non si ascolta più il cittadino. Il popolo è diventato un mero strumento utile per il voto e basta. Il mio desiderio è di poter tornare in modo capillare tra la gente e raccogliere i malumori, valorizzarli e finalmente intervenire per loro. Oggi invece ogni politico si inventa la sua problematica (giusta o sbagliata che sia) e persegue (forse) solo quella. La gente invece ha continui bisogni (spesso urgenti) e si deve imparare a tornare ad ascoltarla.

Qual è il Ticino del futuro che sogna?
Un Ticino in mano alla gente. Un Ticino dove la gente può esprimere in modo civile la propria opinione ed essere finalmente ascoltata. Dove chi chiede verrà oltre ad essere udito, anche e soprattutto realmente aiutato. Un Ticino dove la nostra gente (anziani e giovani) non abbiano paura ad incontrarsi ed entrare in relazione tra loro, dove non sono i furbi a dettare la legge, ma gli onesti cittadini. Un Ticino dei lavoratori che aiuti chi non ha un lavoro e valorizzi gli sforzi di chi assume disoccupati. Un Ticino dove il verde si riesca ancora a vedere, dove la gente possa avere ancora la possibilità di andare a fare una passeggiata e ammirare le bellezze e semplicità della Natura.

Perché dovremmo votarla?
Non ho una promessa da fare ai ticinesi anche perché mi rendo conto che sono spesso belle parole che finiscono nel buio e nel silenzio.
L’unico mio desiderio e spero per questo di avere il loro sostegno, è di veramente dare voce ai loro bisogni poiché sono convinto che è solo grazie al loro contributo che potremo crescere come Cantone in maniera intelligente.

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