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Contro le disuguaglianze sociali e per il clima. «I motivi per votare sì all'iniziativa per il Futuro»

Oggi conferenza stampa di una Alleanza composta da partiti, sindacati, movimenti e associazioni civile. «Serve una visione eco-socialista»
Alleanza per il Futuro.
Contro le disuguaglianze sociali e per il clima. «I motivi per votare sì all'iniziativa per il Futuro»
Oggi conferenza stampa di una Alleanza composta da partiti, sindacati, movimenti e associazioni civile. «Serve una visione eco-socialista»

BELLINZONA - Tassare le grandi eredità per finanziare la transizione ecologica e per dire addio a quella che è ritenuta una delle più grandi disuguaglianze moderne. Oggi un’Alleanza di Iniziativa, in rappresentanza di partiti, sindacati, movimenti e associazioni della società civile, ha illustrato i motivi per cui a suo avviso è necessario votare sì all’Iniziativa per il Futuro.

Il paradosso: ricchi ma non grazie al proprio lavoro - «Oggi viviamo il paradosso per cui la ricchezza non nasce dal proprio lavoro, bensì dalla speculazione finanziaria e dalle grandi eredità. Perpetuare i privilegi dinastici è quindi un vero e proprio attacco al futuro delle giovani generazioni», ha detto il membro di comitato della Gioventù Socialista Yannick Demaria, che sottolinea come le eredità non sono «il frutto del lavoro di chi le riceve».

Benefici per pochi a discapito di molti - I motivi che spingono il gruppo a sostenere l'iniziativa non sono solo morali, bensì anche (e soprattutto) climatici. La Svizzera non fa a sufficienza per raggiungere la neutralità climatica e va dunque considerato l'impatto delle attività economiche sul capitale naturale per ridurre i danni ambientali, evitando che «i benefici dello sviluppo economico continuino ad avvantaggiare alcune persone a discapito dell'insieme della collettività», come ha detto Sergio Rossi, professore ordinario di macroeconomia ed economia monetaria all’Università di Friburgo.

La visione «eco-socialista» - Per Giuseppe Sergi, coordinatore dell'MPS, serve una prospettiva «eco-socialista", che miri «al controllo collettivo delle risorse e alla fine della proprietà privata dei beni comuni», per iniziare a ricomporre «la frattura tra umanità e natura». La sindacalista VPOD Giulia Petralli ha specificato come i lavoratori e le lavoratrici debbano partecipare ad una transizione ecologica definita «giusta», in un "futuro ecologico» che è anche «futuro sindacale».

Il ruolo dei ricchi nella democrazia - I miliardari hanno peraltro un forte impatto sulla politica, finanziando campagne elettorali, partiti e media, ha detto nel suo intervento la co-presidente socialista Laura Riget, facendo sì che «chi ha di più finisce per decidere anche per le altre persone», minacciando la democrazia. Sulla stessa lunghezza d'onda Chiara Peduzzi e Nicola Terzaghi, membri del coordinamento di Sciopero per il Clima.

«Chi inquina paga» - Per Niccolò Mazzi-Damotti, della Gioventù Socialista l'iniziativa è l'unica che affermerebbe il principio sancito nella costituzione di «chi inquina paga», generando peraltro le risorse finanziarie per la necessaria transizione ecologica, «stimate in circa 6 miliardi annui, da destinare per due terzi alla Confederazione e un terzo ai Cantoni».

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