La Conferenza Cantonale dei Genitori aderisce a "Smartphone: a scuola no!”

L'iniziativa popolare è stata lanciata lo scorso 2 settembre
BELLINZONA - La Conferenza Cantonale dei Genitori (CCG), l’Associazione pediatri della Svizzera italiana (APSI), l’Associazione svizzera protezione infanzia (ASPI) e l’Associazione Comunità familiare, sostengono la raccolta firme per l’iniziativa popolare “SMARTPHONE: a scuola no!”.
«La scuola - si legge nel comunicato stampa - deve essere un luogo sicuro, di apprendimento, di crescita armoniosa, di relazione autentica tra pari, senza distrazioni o esperienze negative evitabili con regole chiare e di semplice applicazione. Per circa 15 anni le famiglie hanno preso decisioni riguardo agli smartphone per i figli basandosi su conoscenze e risorse individuali. Purtroppo, molti studi evidenziano che in poco più di 10 anni l’esposizione a schermi e le esperienze fatte in rete, hanno già inciso negativamente sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo di molti giovani. Nel frattempo, di mese in mese e senza sosta, vengono rilasciati nell’ambiente digitale prodotti, funzioni e contenuti sempre più efficaci ad agganciare gli utenti generando dipendenza e comportamenti problematici, soprattutto nel caso dei minorenni che sono un terzo degli utenti totali della rete. Tutto questo avviene nell’assenza di reali regolamentazioni e controlli sulle attività delle aziende dei nuovi media: la protezione digitale dei minori per ora dipende solo dai genitori. Dobbiamo prendere atto di tutto ciò. Nell’interesse superiore dei minori è urgente realizzare una “pausa digitale” collettiva, regolando l’assenza di dispositivi smart personali dalla scuola dell’obbligo, che è lo spazio comune di crescita e sviluppo più importante al di fuori della famiglia».
Per inviare i formulari, anche quelli con una sola firma, c'è tempo fino al 20 novembre. Vanno spediti al Comitato
promotore all'indirizzo:
Centro, Segretariato cantonale
Via Margola 5 - CP2300
6501 Bellinzona




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!