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«Un settore in attesa dell'esito di un ricorso che pende da un anno e mezzo»

Sulla crisi della filiera lattiero-casearia arriva l'interpellanza interpartitica che chiede al Governo di agire e sbloccare gli aiuti.
TiPress (archivio)
«Un settore in attesa dell'esito di un ricorso che pende da un anno e mezzo»
Sulla crisi della filiera lattiero-casearia arriva l'interpellanza interpartitica che chiede al Governo di agire e sbloccare gli aiuti.

BELLINZONA - Sulla crisi della filiera lattiero-casearia ticinese arriva infine l'interpellanza interpartitica. Presentata da Lea Ferrari (PC-POP), ma sottoscritta da Massimiliano Ay, Lisa Boscolo, Alain Bühler, Sem Genini, Alessio Ghisla, Alex Gianella, Giulia Petralli, Aline Prada e Roberta Soldati.

Il tema è quello del “dopo-LATI”. Sono infatti passati diversi mesi dalla chiusura del giugno 2024 e Oltralpe sono stati trasportati quasi 2 milioni di chili di latte convenzionale dalla Federazione ticinese produttori di latte (FTPL).

Per il 2025 si prevede che ne andranno trasportati fuori dal Cantone oltre il doppio. «Questa - si legge nell'interpellanza - non è una soluzione, infatti il produttore e la produttrice ticinesi ricevono meno di 50 cts al litro, un prezzo ben al di sotto di altri Cantoni e che non riesce a coprire nemmeno i costi di produzione». «Non vi è più una valorizzazione del latte ticinese, che ha il potenziale di essere un prodotto di elevate qualità organolettiche e nutritive - viene fatto notare ancora -. Infine, questa situazione è contraria alla sicurezza alimentare, alla sovranità alimentare e alla filiera corta».

Secondo i firmatari dell'interpellanza, il costoso trasporto «non può continuare ancora per molti anni». «Perciò - viene precisato - non possono più attendere i progetti esistenti pronti a farsi carico di una parte di questo latte per trasformarlo localmente e retribuire correttamente allevatrici e allevatori, come ad esempio il progetto di sviluppo regionale Blenioplus, a cui Cantone e Confederazione hanno già concesso un aiuto agli investimenti di 5,7 milioni (preavviso UFAG del 25 aprile 2023)».

Progetto, si precisa, bloccato dal ricorso interposto dalla stessa LATI (poco prima della chiusura) e dal Caseificio del Gottardo. Il Consiglio di Stato, infatti, non ha ancora evaso il ricorso dopo un anno e mezzo.

Qui di seguito le domande poste al Governo ticinese
1) Come si spiega che il ricorso di Caseificio del Gottardo SA alla decisione di sostegno al PSR Blenioplus non sia ancora stato evaso dopo 1 anno e mezzo di attesa?
2) Non ritiene il Consiglio di Stato che in questo anno e mezzo si potevano trovare delle soluzioni per il settore del latte ticinese?
3) Il PSR Blenioplus è fondamentale per le aziende di allevamento di bovini della Valle di Blenio ma allo stesso tempo è un tassello indispensabile della filiera lattiero casearia dopo la chiusura della LATI. Il Consiglio di Stato conferma questa visione?
4) Prevedendo che i ricorrenti non demordano nemmeno dopo un eventuale non accoglimento del loro ricorso da parte del servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato, dobbiamo aspettarci ulteriori anni di attesa dopo che tale progetto ha già avuto un iter (come per tutti i progetti PSR) molto lungo? Cosa intende fare il Consiglio di Stato per cercare di accelerare le tempistiche?
5) Ha intenzione il Consiglio di Stato di avviare contatti con tutti gli attori, anche con il Caseificio del Gottardo, affinché si possa trasformare più latte ticinese anziché farlo venire da fuori, in modo da superare con lo sforzo, l’impegno e la solidarietà di tutti il periodo dei mesi più sensibili con minori quantità di latte disponibili in Ticino (vedi mesi estivi)?

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