L'interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato da Cotti e Zanetti
BELLINZONA - Giuseppe Cotti (Il Centro) e Tiziano Zanetti (PLR) fanno le pulci al DECS in relazione alle Direttive sui comportamenti inadeguati, introdotte in ambito cantonale in ambito scolastico nel 2023, e recentemente estese alle scuole comunali. «Un passo importante verso la tutela degli allievi», ma a loro modo di vedere «sollevano diverse questioni critiche». Ecco perché hanno inoltrato un'interrogazione al Consiglio di Stato: «Sono uno strumento necessario o un costoso esercizio burocratico?», chiedono.
Dal loro punto di vista gli «strumenti per affrontare situazioni problematiche esistono già e si sono dimostrati generalmente sufficienti». Tra cui «il codice penale», le «procedure amministrative e la Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (LORD)». Se tali strumenti non sono stati efficaci, scrivono, «ciò è dovuto più alla mancata applicazione da parte dei superiori dei diretti che a un vuoto normativo - un problema che nessuna regolamentazione aggiuntiva potrebbe risolvere». Insomma, le nuove Direttive, «per come sono formulate, sembrano riflettere una scarsa fiducia nei professionisti del settore scolastico». Oltre al fatto che la loro implementazione «comporta un impegno significativo in termini di tempo e risorse», rischiando «di trasformarsi in un'inutile sovrapposizione normativa».
Le domande poste al Consiglio di Stato
1. Qual è la posizione del Consiglio di Stato riguardo all’introduzione delle Direttive sui comportamenti inadeguati? Non ritiene il Consiglio di Stato che possano rappresentare uno strumento potenzialmente vessatorio, di difficile oggettivazione e influenzato dalla sensibilità e percezione soggettiva di chi subisce o osserva (e giudica) un determinato comportamento?
2. Quali sono i fondamenti scientifici (ricerche o studi specifici in ambito pedagogico) su cui si basano le Direttive per l'identificazione e la gestione dei comportamenti inadeguati?
3. Quali sono i fondamenti normativi che definiscono in modo chiaro e oggettivo i comportamenti effettivamente inadeguati, distinguendoli da quelli che rientrano nella normale dialettica educativa?
4. È stata effettuata una panoramica sulle prassi adottate negli altri Cantoni? In particolare, come vengono affrontate problematiche analoghe nella Svizzera interna e quali sono le principali differenze rispetto al modello proposto dal DECS?
5. Quali sono le fattispecie concrete considerate inadeguate nelle segnalazioni effettuate durante il primo anno di applicazione delle Direttive per le scuole cantonali? Si invita il Consiglio di Stato a fornire esempi concreti. Quanti dei casi segnalati si sono rivelati infondati o eccessivi rispetto alla loro effettiva gravità?
6. Quali misure sono state prese per tutelare il personale scolastico da accuse infondate e garantire un’applicazione uniforme delle Direttive?
7. Non ritiene il Consiglio di Stato che il sistema normativo già esistente – composto da Codice penale, LORD e procedure amministrative – sia più che sufficiente per gestire eventuali derive comportamentali, evitando così ulteriori regolamentazioni?
8. Qual è il costo complessivo, in termini di tempo impiegato e risorse dedicate, sostenuto dalle Direzioni scolastiche e dai funzionari del DECS durante il primo anno di applicazione delle Direttive nelle scuole cantonali?