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CANTONE«Dagli istituti alla politica», il Fonio inedito che strappa una lacrima

31.01.23 - 08:30
Al congresso pre-elettorale il candidato de Il Centro si è messo a nudo: «Ho scelto di raccontarmi per mostrare che chiunque può farcela»
TiPress
«Dagli istituti alla politica», il Fonio inedito che strappa una lacrima
Al congresso pre-elettorale il candidato de Il Centro si è messo a nudo: «Ho scelto di raccontarmi per mostrare che chiunque può farcela»

CASTIONE - Si è presentato con un discorso carico di emotività, che ha strappato persino qualche lacrima tra i presenti. È certamente un Giorgio Fonio inedito, quello emerso sabato pomeriggio nel corso del primo congresso pre-elettorale de Il Centro, partito cantonale nato dall’ex PPD.

Di fronte alla gremitissima sala Eventica, a Castione, il sindacalista candidato al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio ha scelto di mettersi a nudo con parole impattanti, che hanno emozionato lui per primo, ma anche i presenti. Con la dichiarata volontà di «aprire il cuore», ha rappresentato con la metafora dei mattoni, il lavoro intrapreso sin da bambino per costruire la persona che è. 

Un cammino che non ha nascosto essere stato tutt'altro che lineare.
«Sono nato in una situazione familiare delicata e “poco funzionale”. Fin dalla più tenera età il mio cammino è stato irto e insidioso. Avrei potuto fare una brutta fine, invece sono riuscito a trasformare le difficoltà della vita in stimoli per crescere... Ed eccomi qua».

Ha rievocato alcuni momenti di questa situazione...
«Sì, ricordo per esempio che da bambino mi mandavano a fare la spesa senza un franco in tasca e la commessa, che sapeva benissimo, mi consegnava comunque una busta con del pane e del latte. Ricordo dei pasti per un’intera settimana a base di pasta in bianco. Insomma, difficoltà importanti che non mi hanno mai permesso di vivere un'infanzia spensierata». 

Difficoltà che di lì a poco l'hanno condotta in istituto. 
«Il trasferimento è coinciso con la morte di mia madre. Ci sono stato dalla fine della quarta elementare fino ai 18 anni. Prima al Von Mentlen di Bellinzona, poi al Torriani di Mendrisio». 

Racconta un'infanzia e un'adolescenza un po' diverse da quelle degli altri bambini. 
«Ero e mi sentivo diverso, essendo l'unico nella mia classe a vivere una situazione simile. Mi sono mancate tutte quelle cose “normali” per un bambino, dalla partitella al campetto dopo scuola, alla festa per il compleanno».

Eppure nelle sue parole non c'è astio, ma riconoscenza. In primis per chi l'ha aiutata durante quegli anni
«Gli educatori negli istituti hanno fatto un lavoro eccezionale: mi hanno accudito, apprezzato e anche amato. Ho incontrato persone capaci di sostituirsi alla mia famiglia. Alcune le sento ancora oggi».

Perché ha scelto di aprirsi ora?
«Per dare un messaggio di speranza a chi non ha avuto una famiglia solida alle sue spalle, oppure a chi sta attraversando momenti difficili. Molti pensano che dietro a una persona come me, che ha raggiunto una posizione professionale e politica di un certo riguardo, ci sia chissà quale agio o fortuna, invece no. Questi miei aspetti privati difficili, dimostrano che ognuno di noi può riuscire a conquistare il suo posto nel mondo e realizzarsi. Tutto sta nella capacità di trasformare le difficoltà in opportunità per crescere e farcela!». 

Molto spesso certi vissuti si portano addosso. Lei sembra una persona risolta, qual è il segreto?
«In istituto, come detto, ho incontrato persone che hanno saputo accompagnarmi nel processo di crescita e anche preziosi compagni di viaggio. Alcuni ce l’hanno fatta, altri si trascinano il dolore. Altri ancora si sono smarriti per strada. A sostenermi c'è la famiglia che ho costruito con mia moglie, anche se alcune cicatrici, seppur non evidenti, non si sono ancora rimarginate del tutto».

La famiglia è stata anche un po’ il cuore del suo discorso di sabato. 
«Sono riuscito, dicevo, a costruire con mia moglie Nicole, ciò che non ho avuto, ossia una famiglia unita e numerosa. Queste sono certamente le fondamenta più importanti nella mia vita e la mia gioia più grande».

Crede che questo voler aiutare gli altri sia un po’ conseguenza del suo passato?
«Sicuramente il mio vissuto ha contribuito a regalarmi una grande sensibilità ed empatia nei confronti dei più bisognosi. Ecco perché ho questa propensione a chinarmi sui temi sociali, anche se non ritengo che si debba per forza aver vissuto quel che ho vissuto io per fare del bene».

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COMMENTI
 

Evry 1 anno fa su tio
Come i soliti lagnatori del Centro. Poverino cerca il voto con le lacrime, ma per favore....

Panda 1 anno fa su tio
Ma per favore!!!! Ci dobbiamo commuovere o votarti? Ci sono tantissime persone che hanno avuto un'infanzia peggiore eppure non lo raccontano ai quattro venti

Pianeta Terra 1 anno fa su tio
Bravo . Come detto da Giulietto, non voto PPD , ma sicuro che alle persone meritevoli il voto lo do! Ottima persona ,non lo conosco personalmente, ma generalmente guardo chi voto.

flame 1 anno fa su tio
Anche se mi sono trovato spesso in disaccordo con ciò che dice/pensa, è innegabile la passione e sano interesse nel cambiare le cose per il meglio.

Giulietto 1 anno fa su tio
Non ho mai votato PPD ma a lui il voto personale lo do perché lo merita pienamente, grande persona e sicuramente per quello che ha passato sarà sempre impegnato al 100% e incorruttibile! Bravo e auguri per tutto
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