Marco Chiesa risponde alle «denigranti» dichiarazioni rilasciate al Corriere di Como dall’imprenditore, che “promette” di trasferire le attività in Italia e «non assumere neanche uno svizzero»
LUGANO - Non accenna a placarsi la querelle nata nei giorni scorsi attorno alla proposta di applicazione dell’iniziativa “Prima i nostri”, definita «un articolo di legge demenziale» dall’imprenditore Alberto Siccardi, a suo tempo membro del comitato promotore della stessa iniziativa.
Il patron di Medacta, dopo aver preso le distanze dall’UDC e attaccato duramente “Prima i nostri” ha rincarato la dose, calcando ulteriormente la mano sulle colonne del Corriere di Como. «Pensavo servisse finalmente a riprogettare la formazione locale, che oggi è penosa» ha dichiarato Siccardi, aggiungendo che quello che serve oggi al Ticino è una «politica più severa contro i professionisti della disoccupazione».
«Dovrei forse licenziare ogni cinque anni degli ottimi lavoratori? Ma è demenziale. Quindi sa cosa faccio? Affitto degli uffici a Como e man mano che mi obbligassero a non rinnovare il permesso ai miei ingegneri italiani, li faccio lavorare dall’Italia e non assumo neanche uno svizzero», ha inoltre dichiarato il patron del gruppo industriale medico al quotidiano italiano.
«Patrimoni aziendali? Non è questo il punto» - Parole pesanti, che non sono andate giù a Marco Chiesa. «Sono dichiarazioni, quelle rilasciate sui giornali italiani, che fanno male a tutti i ticinesi, offendono nuovamente i nostri professionisti e sembrano nascondere una certa ipocrisia», sottolinea il Consigliere nazionale spiegando come la questione sollevata da Siccardi non ha alcun senso e non rispecchia quanto disposto dal principio “Prima i nostri”. «Lui parla solo di introvabili ingegneri specializzati frontalieri, ma quelle sono competenze specifiche che nessuno ha messo in discussione. Se è vero, come continua ad affermare, che questi profili non esistono sul nostro territorio, non ha nulla da temere. È facile per lui, come per tutti gli altri, dimostrare a maggior ragione cinque anni dopo che non esiste un profilo più competente in quel ruolo, e quindi il problema del rinnovo dei permessi dei frontalieri per questi esperti non si pone. Le mansioni in discussione sono semmai altre. Quelle dove vi sono i profili sul nostro territorio, eccome che ci sono, ma per speculazione questi non sono assunti. Mi auguro vivamente che le sue invettive contro i lavoratori residenti non nascondano una coda di paglia».
Un insulto ai ticinesi - Nel mirino di Chiesa sono dunque finiti anche i toni utilizzati dall’imprenditore nei confronti della forza lavoro ticinese. «Tacciare i ticinesi di avere una formazione penosa e di essere “professionisti della disoccupazione” è un insulto e una denigrazione generalizzata verso la nostra popolazione», ha precisato il Consigliere nazionale, duro anche nei confronti della «provocazione» di Siccardi, che “promette” di traslocare a Como, «raggirando» il Ticino e non assumendo alcun lavoratore svizzero: «Noi siamo orgogliosi del nostro sistema di formazione e soprattutto non abbiamo nulla da invidiare a quello italiano. Sappiamo bene poi come la disoccupazione sia vissuta come un vero e proprio dramma da numerose famiglie, che farebbero di tutto per trovare un lavoro», afferma il Consigliere nazionale, sottolineando una «sprezzante» arroganza nelle parole del patron di Medacta, che «forse dovrebbe pensarci due volte prima di sputare nel piatto in cui mangia.»