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«La moglie ha ritrattato, l'ex non è credibile»: la difesa chiede la scarcerazione immediata

Secondo la difesa «i 488 giorni già scontati sono sufficienti» per il 39enne ticinese accusato di violenze fisiche e sessuali su donne e bambine.
Deposit (simbolica)
«La moglie ha ritrattato, l'ex non è credibile»: la difesa chiede la scarcerazione immediata
Secondo la difesa «i 488 giorni già scontati sono sufficienti» per il 39enne ticinese accusato di violenze fisiche e sessuali su donne e bambine.

LUGANO - Scarcerazione immediata. È questa la proposta di pena formulata oggi pomeriggio, alle Assise criminali di Lugano, dalla difesa del 39enne ticinese accusato di aver commesso ripetute violenze fisiche e sessuali, tra il 2016 e il 2024, ai danni della sua ex moglie, della sua attuale moglie, e delle loro rispettive figlie.

L'avvocato Marco Morelli ha spiegato di «ritenere congrua la pena già scontata dall'imputato, ovvero 488 giorni di detenzione», e ha chiesto il proscioglimento dell'uomo da quasi tutte le ipotesi di reato, eccezion fatta per le lesioni semplici qualificate e la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.

In via subordinata, «nel caso in cui la Corte dovesse accogliere la tesi dell'accusa» la difesa ha chiesto una pena non superiore ai tre anni di detenzione, con una sospensione condizionale parziale.

La sentenza è attesa per venerdì alle 10.30.

«La sua versione è sempre stata la stessa» - «Non vi sono dubbi che i fatti di cui abbiamo discusso oggi sono estremamente gravi. I reati di violenza fisica e sessuale commessi contro donne e bambini sono ripugnanti», ha esordito Morelli nella sua arringa difensiva.

«Questo è però un processo indiziario, e faccio notare che l'imputato non ha mai modificato la propria versione ed è sempre stato lineare nelle sue affermazioni. 488 giorni di carcere non hanno minimamente scalfito la sua posizione».

«Ha riconosciuto di avere esagerato e mentito» - L'avvocato si è quindi concentrato sulle ritrattazioni dell'attuale moglie del 39enne. «Lei è venuta nel mio studio professando con passione l'innocenza del marito, in particolare per quanto riguarda i presunti abusi sessuali nei confronti di sua figlia. Ammette di aver esagerato e di avere mentito in alcuni scambi telefonici e di messaggi avuti con l'ex moglie di lui, "andando dietro alla sua versione". E riconosce che ha descritto molti episodi in modo difforme da quanto realmente accaduto. In particolare ha affermato che "era sempre un mettersi le mani addosso in due", che non aveva mai avuto paura di lui e che era sempre stata consenziente nei rapporti sessuali».

La difesa ha inoltre sottolineato che «già nell'aprile del 2024, due mesi dopo l'arresto dell'uomo, la donna ha dichiarato che l'ex moglie di lui l'aveva manipolata, affermando che "è stata così abile da farmi fare quello che voleva"». Inoltre, «già dopo due settimane dall'arresto, la donna chiedeva insistentemente di fargli visita in carcere. E sembra alquanto anomalo che una vittima di tali soprusi voglia immediatamente incontrare il suo carnefice».

E, riguardo all'origine delle ritrattazioni: «Nelle telefonate con il marito non si trova nessun punto in cui lui chiede alla moglie di scagionarlo, non emerge alcun elemento di manipolazione».

«I referti medici non corrispondono ai suoi racconti» - Morelli ha poi messo in dubbio la credibilità dell'ex moglie del 39enne. «In paese si sospettava che consumasse stupefacenti, e l'Arp riteneva che avesse provato a eludere dei controlli».

Inoltre, riguardo all'episodio che vede l'imputato accusato di tentato omicidio per dolo eventuale: «La donna ha riferito che lui le ha sbattuto la testa contro il muro, che l'ha colpita con calci sulla testa, oltre che su viso, gambe, braccia, costato e schiena. Questa narrazione non trova però riscontro dal referto medico agli atti, che conferma solo un trauma cranico lieve. Questo mina profondamente la sua credibilità generale».

Allo stesso modo, secondo la difesa, l'uomo non avrebbe mai tentato di uccidere la sua attuale coniuge: «Non l'ha stretta per il collo, ma solo spinta». Mentre per quanto riguarda le violenze sessuali su entrambe «non esistono elementi probatori oggettivi che danno conferma di eventuali rapporti forzati».

«Accuse frutto di un condizionamento» - Si è infine discusso dei presunti abusi sessuali commessi dall'uomo ai danni delle figliolette delle due donne. «Il mio assistito ritiene che queste accuse siano frutto di un condizionamento da parte della sua ex moglie. Nel 2020, inoltre, era stato emesso un non luogo a procedere per quanto aveva segnalato una delle minori: non era stata ritenuta credibile a causa delle incongruenze riscontrate nelle sue dichiarazioni».

In virtù del principio "in dubio pro reo", per la difesa, non vi sarebbero quindi gli elementi per arrivare a una condanna in questo senso.

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