Mai fornire i dati della carta di credito o un codice Twint

Truffe sui siti di compravendita online: segnalazioni anche in Ticino. I consigli della Polizia cantonale.
BELLINZONA - Il modus operandi è pressoché lo stesso: una persona si mostra interessata a un annuncio e si propone per l’acquisto, inviando un finto codice che rimanda a una piattaforma di consegna pacchi apparentemente collegata alla Posta svizzera. Alla vittima vengono prospettate diverse modalità di pagamento e le vengono richiesti i dati (per esempio i codici di accesso al proprio conto e-banking o il numero della carta di credito). Inserendo le proprie credenziali, la persona consegna, di fatto, le chiavi di accesso ai malviventi.
Le segnalazioni in Ticino - Negli ultimi tempi, diversi cittadini sono incappati in truffe utilizzando siti di compravendita online. Il problema, portato alla luce da alcuni media di lingua tedesca, è presente anche a sud delle Alpi. «Confermiamo di aver ricevuto, negli ultimi mesi, alcune segnalazioni analoghe che ora sono al vaglio», commenta Roland Lucini, addetto alla prevenzione del Servizio comunicazione, media e prevenzione della polizia cantonale.
«Non accettate pagamenti con gli assegni» - Normalmente, «i truffatori operano all’estero, utilizzando inoltre sistemi che rendono difficile la loro identificazione». Come fare allora per evitare di cadere in “trappola”? Sono diversi i consigli forniti dalla polizia cantonale. «Non spedite la merce finché il prezzo d’acquisto concordato non è stato accreditato sul vostro conto, oppure concordate il pagamento in contanti al momento del ritiro della merce. Non accettate pagamenti con assegni».
I consigli - E ancora: «Fate attenzione se l’acquirente vuole pagare più di quanto concordato inizialmente. Quando vendete un articolo non pagate nessuna presunta tassa di trasporto o commissione sui bonifici. Prestate particolare attenzione quando vendete all’estero. Per i vostri annunci di vendita utilizzate solo foto scattate da voi stessi (copyright). In generale, fate attenzione quando vendete oggetti su piattaforme di social media».
«Non fornire mai i dati della carta di credito» - Se dovete ricevere denaro in quanto venditori, «non dovete mai fornire i dati della vostra carta di credito o un codice Twint. Prestate attenzione alle operazioni all’estero: evitate le transazioni con venditori all’estero, poiché la situazione giuridica è più complicata in caso di truffa e può essere più difficile recuperare il vostro denaro. Non cliccate sui link contenuti in messaggi sospetti: non inserite mai dati personali su siti web che avete aperto da un’e-mail sospetta o da un SMS».
Gli altri consigli per non incappare in truffe
- Non cliccate sui link contenuti in messaggi sospetti: non inserite mai dati personali su siti web che avete aperto da un’e-mail sospetta o da un SMS;
- Utilizzate password complesse per i vostri account online, di almeno 12 caratteri e che contengano una combinazione di lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali. Evitate password semplici come «123456» o il vostro nome, la data di nascita ecc.;
- Se avete inserito una password su una pagina di phishing, modificatela immediatamente per tutti i servizi in cui la utilizzate. Notificate l’URL di phishing su www.antiphishing.ch. Se desiderate una risposta alla vostra segnalazione, utilizzate il formulario di notifica online dell’UFCS;
- Se avete fornito i dati della carta di credito, contattate immediatamente l’emittente per farla bloccare;
- Se si tratta della password dell’e-mail, cambiate anche tutte le password del fornitore di servizi Internet associate all’account;
- Non accettate la richiesta di presentare una copia del passaporto o della carta d’identità. Questo vale indipendentemente dal fatto che siate acquirenti o venditori;
- Se avete trasmesso una copia della vostra carta d’identità o del vostro passaporto ai truffatori, segnalate l’accaduto all’ufficio incaricato dell’emissione di questi documenti.
- Per non incappare in queste tipologie di truffe, la polizia cantonale rimanda ai consigli forniti dall’UFCS (Ufficio federale della cibersicurezza) nella newsletter del 04.02.2025.
