
Primo colpo di fresa per il secondo tubo autostradale. Da adesso si inizia davvero a fare sul serio nell'ottica del raddoppio del tunnel.
AIROLO - Si chiama Paulina. E ad Airolo è la grande protagonista del giorno. È la macchina che darà il via ai lavori di fresatura per la costruzione del secondo tubo autostradale del Gottardo. «Paulina è anche il nome di mia moglie», fa notare orgoglioso Martin Herrenknecht, ideatore della fresa.
Le dimensioni – Paulina, colosso prodotto in Germania, lungo 150 metri e con una testa di perforazione che ha un diametro di 12,3 metri, è stata benedetta dal parroco di Airolo e presentata nella mattinata di oggi, venerdì.
«Momento storico» – Tra i pochi ad avere avuto il privilegio di vederla fisicamente c'è il presidente del consiglio di Stato ticinese Christian Vitta che la definisce così: «È bella ed efficiente. Questo è un momento storico per la Svizzera».
«Scaverà 20 metri al giorno» – Al suo fianco c'è anche il consigliere federale Albert Rösti. Entusiasta. «Sono felice – ammette –. È una fresa che permetterà di scavare circa 20 metri al giorno. Dopo cinque anni di preparazione, i lavori ora procederanno spediti. L'ultimo diaframma dovrebbe cadere nel 2027».
70 metri tra i due tunnel – Il secondo tubo correrà parallelo a quello già esistente. Tra i due ci sarà una distanza di circa 70 metri. A coordinare i lavori sul fronte ticinese, suddivisi in diversi lotti, è la filiale di Bellinzona dell'Ufficio federale delle strade (USTRA).
«Mai vista una fresa simile in Ticino» – «Sta per iniziare la fase più importante dei lavori per il secondo tubo – dice Matteo Genini, ingegnere dell'USTRA –. Scaveremo da Airolo verso nord per otto chilometri con la fresa più grande che il Ticino abbia mai visto».
L'incontro – Poi Paulina, tra qualche anno, si incontrerà con la fresa che arriva da Göschenen (Uri), più o meno a metà galleria. La fresa di Göschenen è stata presentata sempre nella giornata di oggi al portale nord del tunnel.
Cosa succede dopo il 2030? – Gli specialisti sono chiari: l'obiettivo è di avere il secondo tubo pronto per il 2030. «A quel punto chiuderemo quello attuale per sottoporlo a un risanamento – ricorda Udo Oppliger, capo progetto –. Ne ha bisogno, è stato aperto nel lontano 1980. Dal 2035 in poi avremo la circolazione effettiva e completa lungo i due tubi: uno che va verso nord e l'altro verso sud. Ne beneficerà anche la sicurezza ovviamente».
La poesia del fotografo – Ad Airolo incontriamo Nicola Demaldi, fotografo ufficiale del cantiere. «Vivere questi momenti è affascinante – afferma poeticamente –. Vedi delle cose davvero emozionanti». Intanto si sente un rumore. Paulina si è messa al lavoro. Il primo colpo di fresa è realtà.