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CANTONE / ITALIAAccusato di truffe, raggiri e molto altro: dopo la cattura sarà estradato in Ticino

15.03.24 - 09:00
Il 51enne già residente a Rancate è stato arrestato a Chioggia, alle porte di Venezia
Depositphotos (Polifoto)
Fonte La Provincia di Como
Accusato di truffe, raggiri e molto altro: dopo la cattura sarà estradato in Ticino
Il 51enne già residente a Rancate è stato arrestato a Chioggia, alle porte di Venezia

VENEZIA - È finita a Chioggia, alle porte di Venezia, la fuga di un cittadino italiano già residente in Ticino, ricercato da tempo dalla giustizia cantonale. Sul suo capo pendeva un mandato di estradizione dall'estate 2022 per una serie di ipotesi di reato, principalmente truffe e raggiri.

La vicenda del 51enne, ora residente nella località comasca di Zelbio, è raccontata da La Provincia di Como. Partendo dalla fine: l'arresto per mano degli agenti della Squadra Mobile di Como e la detenzione nel carcere di Venezia, in attesa dell'estradizione in Svizzera. L'uomo si trovava nel Veneziano, si legge, dopo aver capito che in area insubrica le acque si stavano facendo troppo agitate per lui - in seguito al via libera dato dalla Corte d'Appello di Milano alla domanda presentata da oltre confine. La Polizia comasca ha quindi ricevuto l'incarico di arrestare il 51enne, così da consegnarlo alla giustizia ticinese.

Il Ministero pubblico gli contesta un lungo elenco di capi d'accusa: tra il marzo 2017 e il gennaio 2022 il 51enne si sarebbe reso colpevole di truffa aggravata, appropriazione indebita, amministrazione infedele, omissione nella tenuta della contabilità delle proprie aziende, falsità nei documenti, inganno nei confronti delle autorità e altro ancora.

Tra gli episodi citati sul quotidiano comasco ci sono truffe legate alla percezione dei crediti Covid, la creazione di permessi di residenza falsi consegnati a dipendenti poi assunti dall'uomo, auto tedesche di grossa cilindrata prese in leasing e mai restituite. Due società di factoring sarebbero state raggirate per importi che complessivamente superano gli 800mila franchi. Mentre un istituto di credito ticinese avrebbe rischiato di sobbarcarsi un prestito di 50mila franchi sulla base (secondo l'accusa) di una situazione patrimoniale non veritiera.

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