Dick Marty, "bruciato" un informatore

L'errore è stato commesso dall'Ufficio federale di Polizia.
L'uomo, un 50enne di origini kosovare, ha dovuto rifugiarsi in Svizzera.
BERNA - Vi sarebbe un "grave errore" nella gestione di Fedpol della vicenda relativa alle minacce di morte indirizzate a Dick Marty che dal 2020 si trova sotto protezione.
Stando a un’inchiesta della Rts, l'Ufficio federale di polizia avrebbe «bruciato» un informatore fondamentale, rilevando così l'identità del 50enne kosovaro a lungo tempo infiltrato negli ambienti della criminalità organizzata.
L’uomo, rintracciato dalla stessa Rts, alla fine del 2020 aveva contattato Fedpol dopo aver appreso di un complotto architettato contro l’ex magistrato e consigliere agli Stati. Secondo un documento del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc), il 50enne aveva riferito dell'intenzione di uccidere Marty per mano di dei professionisti serbi (dei quali erano stati fatti anche i nomi) addestrati dai servizi segreti di Belgrado.
E qui l'errore: le autorità svizzera infatti hanno inoltrato una richiesta d’informazioni a quelle serbe, dimenticando di nascondere i nomi dei mandanti. E questi, grazie a una fuga di notizie, hanno potuto apprendere della richiesta svizzera e capire chi li aveva indicati.
«Un grave errore - ha sottolineato l'informatore coinvolto (che per questo ha dovuto cercare rifugio in Svizzera) -, non capisco come abbiano potuto fare una cosa del genere!». Contattati dalla Rts, né la polizia federale né l’Mpc hanno voluto commentare la vicenda.




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