Sesso tra fratello e sorella, la sessuologa: «Desiderio frequente»

Diverso il caso in cui l'atto si consuma in modo violento: «Stupri, pedofilia, zoofilia e necrofilia sono tutti atti che prevedono un abuso. Vanno condannati»
LUGANO - Stuprare la propria sorella la notte di Natale. Per giunta con crudeltà, spezzando così un legame importante. Fa certamente rabbrividire il caso approdato ieri in Tribunale e che ha visto alla sbarra un 43enne accusato di aver consumato l'efferato atto senza farsi scrupolo alcuno, anzi, vantandosi persino con gli amici.
Lo stupro, ma soprattutto il desiderio di abusare della sorella tramite una penetrazione anale, per la sessuologa Kathya Bonatti potrebbero essere non solo lo sfogo di una pulsione sessuale, ma dimostrazione di un desiderio di rivalsa. «Pratiche così violente possono celare un odio e rancore più o meno latenti. Sentimenti, questi, che potrebbero affondare le radici nell'infanzia, all'epoca in cui, con la nascita del nuovo fratello o della sorella viene sottratta la fonte di nutrimento emotivo e affettivo», spiega la sessuologa.
Nel caso in questione, per Bonatti, la gravità starebbe soprattutto nella mancanza di consenso: «Da come vengono descritti i fatti lei è stata puramente uno strumento per realizzare una fantasia. Non c'era amore nell'atto sessuale. Lui non avrebbe solo voluto violare un taboo, ma anche un essere umano».
Diversa la situazione se la sorella fosse stata consenziente: «Non è così strano provare attrazione sessuale fra consanguinei. Nemmeno tra fratello e sorella. Non necessariamente, però, questa attrazione deve sfociare in un rapporto sessuale, anzi. Come accade con i genitori - con il complesso di Edipo o di Elettra -, il desiderio, crescendo, si sposta su attori al di fuori della propria famiglia e, in età adulta, subentra la censura. Più si cresce e più si prova vergogna ad ammettere di aver provato una pulsione di questo tipo. Che non ha niente a che fare con la crudeltà, il sadismo e l'umiliazione».
Casi, questi ultimi, che la sessuologa relega nell'ambito delle parafilie, delle perversioni: «Violenze, stupri, pedofilia, zoofilia e necrofilia sono tutti atti che prevedono un abuso, il non rispetto dell'altro. E che, quindi, vanno condannati».



