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Via Odescalchi, si torna sulla pista delle luci rosse

All'origine dell'omicidio forse una lite per futili motivi scoppiata giorni prima in una discoteca del Luganese
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Via Odescalchi, si torna sulla pista delle luci rosse
All'origine dell'omicidio forse una lite per futili motivi scoppiata giorni prima in una discoteca del Luganese
CHIASSO - A poco più di un mese dal grave fatto di sangue avvenuto in via Odescalchi a Chiasso, quella che inizialmente sembrava una pista scartata dagli inquirenti, ossia il legame con i con i locali a luci rosse, sembra prendere quota. Dai p...

CHIASSO - A poco più di un mese dal grave fatto di sangue avvenuto in via Odescalchi a Chiasso, quella che inizialmente sembrava una pista scartata dagli inquirenti, ossia il legame con i con i locali a luci rosse, sembra prendere quota. Dai primi interrogatori è emerso infatti che il movente alla base dell’uccisione di un 35enne portoghese non sarebbe riconducibile ad un debito legato allo smercio di droga.

Alcuni tra i cinque personaggi tuttora in carcere (un 26enne italo-brasiliano, un 26enne kosovaro, un 36enne rumeno, un 29enne kosovaro e un 26enne ucraino), come riferisce il Cdt, hanno operato nel mondo della prostituzione. Tra di loro, ad esempio, c'è chi in passato ha lavorato come buttafuori.

Quale sia il motivo della spedizione punitiva non è ancora chiaro, ma, pochi giorni prima dell'assassinio, alcuni esponenti della gang finita in manette si erano resi protagonisti di una lite furiosa in una discoteca del Luganese con degli albanesi membri probabilmente di un gruppo rivale.

A scatenare il diverbio sarebbe stato un posto a sedere "rubato" da uno dei rappresentanti del secondo gruppo. Al suo ritorno la prima gang, dopo aver reclamato la restituzione della stesso, ha cercato di farsi valere con le mani. La scazzottata è terminata solo con l’intervento della sicurezza, che aveva allontanato gli albanesi.

I conti però non erano stati chiusi e, a quanto pare, sarebbe stato il 35enne portoghese, tra l'altro assente la notte della rissa, a farne le spese.

Interrogati alcuni responsabili di locali notturni del Luganese non hanno fatto altro che, forse per timore, fornire un quadro anche troppo pulito degli arrestati, dipinti come "bravi ragazzi".

Alla magistratura non resta che aspettare le risposte dei referti balistici. Sul luogo della sparatoria sono stati rinvenuti cinque bossoli di proiettile e poco distante una pistola calibro 45. È da chiarire chi abbia fatto esplodere i colpi: quelli che non hanno colpito l'uomo, quelli che lo hanno ferito alla gamba e quelli che lo hanno ucciso.

Secondo alcune ricostruzioni parziali vi sarebbero i proiettili partiti dall'arma del portoghese, non andati a segno, mentre l’italo-brasiliano lo aggrediva, e quelli del 26enne kosovaro, almeno due. Due spari, gli ultimi, sarebbero invece partiti quando il portoghese era a terra. La presenza di una sesta persona sul luogo del delitto sembra, a questo punto delle indagini, ritenuta inverosimile.

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