"Sono stato portato in via Odescalchi a mia insaputa"

Il 29enne kosovaro professa la sua innocenza: credeva di essere stato convocato per un regolamento di conti con un gruppo di albanesi
CHIASSO - Professa la sua innocenza il 29enne kosovaro arrestato venerdì scorso per il delitto di via Odescalchi. L'uomo, riporta il Cdt, afferma di essere stato portato a Chiasso a sua insaputa, dopo che gli era stato dato appuntamento dall'amico svizzero-kosovaro di 26 anni (colui che, secondo gli inquirenti, avrebbe aperto il fuoco) nei pressi del cimitero di Lugano.
Il 29enne era convinto di dover fronteggiare un gruppo di albanesi, con i quali c'era stata una violenta scazzottata, per futili motivi, qualche giorno prima in una discoteca del Luganese. Invece l'amico gli aveva detto che sarebbero andati al postribolo Maxim di Chiasso per divertirsi. Il 29enne, sostiene quindi la sua difesa, si sarebbe trovato in via Odescalchi per caso, e avrebbe solamente assistito all'uccisione del 35enne portoghese senza prendere parte direttamente al delitto.




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