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Contro i guardoni sempre più piscine vietano le foto

Una misura per combattere guardoni e pedofili
Contro i guardoni sempre più piscine vietano le foto
Una misura per combattere guardoni e pedofili
LOSANNA / LUGANO - Lo scorso weekend, in una piscina di Losanna, una signora ha impugnato il telefono per scattare una foto al figlio. Il bagnino è intervenuto: non si possono scattare fotografie, racconta 24 Heures. Un divieto che sta pr...

LOSANNA / LUGANO - Lo scorso weekend, in una piscina di Losanna, una signora ha impugnato il telefono per scattare una foto al figlio. Il bagnino è intervenuto: non si possono scattare fotografie, racconta 24 Heures. Un divieto che sta prendendo sempre più piede. "Con i cellulari si possono fare fotografie invadenti", spiega Michel Kunz, presidente dell’Associazione svizzera dei maestri bagnini. Capita, infatti, che gli avventori vengano molestati. Come racconta Beat Wütrich, direttore del bagni Marzili e Lorraine a Berna: "C’è stato chi si è arrampicato sugli alberi per fotografare le ospiti nude della piscina per sole donne". Così a Zurigo già dal 2003 serve l’autorizzazione per scattare fotografie. A Berna dal 2008, anche se vige una certa tolleranza: "Se un genitore fotografa suo figlio nella piscina dei bambini, il problema non c’è", spiega Peter Streit, del Dicastero Sport cittadino.

In Ticino? A Lugano niente divieto: "Per ora problemi non ne abbiamo avuti, per fortuna", ci spiega il responsabile degli stabilimenti Ferruccio Staub. "Certo, se vedessimo qualcuno che si comporta in modo strano interverremmo". Allo Splash & Spa di Rivera, invece, il divieto esiste ed è riportato sul regolamento. Qualche foto sui social network lascia supporre, però, che sia applicato anche qui con una certa tolleranza per gli scatti innocenti.

Poi c’è la politica. Bernhard Guhl, borghese democratico, vorrebbe bandire del tutto i cellulari in piscina. "Solo così terremmo donne e bambini al sicuro dai guardoni". Gli ribatte il Ppd Martin Candinas: "Basta con leggi e divieti, la sicurezza assoluta non esiste". Sulla stessa linea il responsabile dei bagni comunali di San Gallo, Heinz Brunner: "Arriveremo al punto in cui un bambino annega, perché il bagnino è impegnato a requisire il telefono a suo padre". 

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