Quei ticinesi che frugano tra i rifiuti... (ci abbiamo provato anche noi)

Denner chiude a chiave i cassettoni: «Ci portano via gli scarti!». Ma cosa e quanto c'è di ancora buono nelle nostre spazzature?
Denner chiude a chiave i cassettoni: «Ci portano via gli scarti!». Ma cosa e quanto c'è di ancora buono nelle nostre spazzature?
LUGANO - «Abbiamo dovuto mettere i lucchetti ai cassettoni sul retro di alcuni negozi in Ticino», ci racconta Thomas Kaderli di Denner: «Non tanto per impedire alla gente di buttarvi la propria spazzatura quanto, e questo ci ha sorpreso, perché qualcuno li apriva per portare via la merce scartata». Il “dumpster diving”, frugare tra i rifiuti altrui per riciclarli a proprio uso e consumo è un’arte antica e (da poco) anche una moda eco-friendly «praticabile ma difficile in Svizzera, perché la maggior parte dei nostri supermercati ha dei sistemi chiusi per lo smaltimento degli avanzi», spiega Timothée Olivier, esperto dumpster-diver di Losanna: «L’unica è ripiegare sulle spazzature di ristoranti o dei privati, o delle aziende».
Da Lugano a Novazzano - In Ticino, c'è qualcuno che lo fa: dall'anziano signor X che, spiegano al Municipio di Novazzano, «frequenta assiduamente il nostro eco-centro portando via vari prodotti per riciclarli in proprio» alle persone «meno abbienti, che passano di qui a fine giornata a raccogliere la frutta e la verdura invenduta», racconta un fruttivendolo del mercato alimentare di Lugano - dove, del resto, «scambiarsi da una bancarella con l'altra i prodotti in eccesso è una cosa normale», precisa un commerciante.
"Fidatevi dei vostri sensi" - Insomma, ci si arrangia. Ma buttiamo davvero alle ortiche tanti prodotti ancora commestibili? Frugando nelle spazzature di un bar-ristorante, di un condominio e del mercato alimentare, sempre a Lugano, abbiamo trovato di tutto: dalla frutta al pesto, dall’insalata al gipfel (vedi il video e le foto qui a fianco). Tutti prodotti non scaduti, che abbiamo sottoposto all’Associazione dei consumatori (Acsi) per una valutazione. «Se un prodotto è ben conservato e supera la prova del tatto e dell’assaggio, buttarlo è uno spreco». spiega Laura Bottani-Villa dell’Acsi. «I dati della Confederazione parlano chiaro: un terzo del cibo che acquistiamo ogni anno finisce nella spazzatura, 94 kg a testa, e sono per lo più prodotti ancora buoni». Cosa fare? «Dobbiamo rieducarci al consumo, guardare di più il prodotto e tornare a fidarci dei nostri sensi».








